“Scene da far west nel primo pomeriggio a Livorno, quando un detenuto accompagnato in tribunale per partecipare a un’udienza si è divincolato dalla scorta e ha tentato la fuga, costringendo la Polizia penitenziaria a esplodere con l’arma d’ordinanza due colpi in aria a scopo intimidatorio per fermarlo. Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“L’episodio, dall’epilogo positivo, poteva avere conseguenze ben più gravi e mette ancora una volta a nudo la fragilità della sicurezza carceraria in senso lato e le immani difficoltà della Polizia penitenziaria, fatte soprattutto di disorganizzazione complessiva, carenza formativa, inadeguatezza degli organici e mancanza di equipaggiamenti” spiega il Segretario della UILPA PP, che si chiede: “cosa sarebbe successo se il detenuto non si fosse fermato all’alt intimatogli e ai colpi esplosi?”

“Quello di Livorno rappresenta uno dei casi di scuola sull’utilità della dotazione del taser anche per il Corpo di polizia penitenziaria, unica fra le forze di polizia a non possederlo, al fine di migliorarne le condizioni di operatività e di sicurezza in tutte le funzioni assimilabili a quelle disimpegnate dalle forze dell’ordine a competenza generale. Speriamo che l’esecutivo che emergerà dalle elezioni di domenica prossima vorrà farsi compiutamente carico dell’emergenza penitenziaria tuttora in atto e dei mali atavici che affliggono il Corpo di polizia penitenziaria e dovuti decenni di malgoverno”, conclude De Fazio. 


Minacce via social a presidente Giani su gruppo ‘no rigassificatore’

Aeroporto di Firenze, fermato passeggero con 260.000 euro