Il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Livorno Stefano Romboli interviene sul tema della “pandemia degli adolescenti”: un appello per arginare il disagio mentale aumentato in questi due anni:

“Da ormai due anni siamo dentro la “bolla” della pandemia. Ne siamo tutti coinvolti, qualcuno di più. La pandemia sta causando un peggioramento generale della salute mentale di ragazzi e ragazze con conseguenze maggiori per la fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni. La stagione dell’adolescenza è stata trascurata molto in questi due anni malgrado sia quella più importante dal punto di vista degli sviluppi a livello cerebrale e dei cambiamenti che formano l’identità attraverso le relazioni: ricerca di novità, coinvolgimento sociale, maggiore intensità emotiva e esplorazione creativa sono le quattro fondamentali caratteristiche che sono depotenziate e fortemente colpite dalla prolungata convivenza con le limitazioni, le sottrazioni, i distanziamenti imposti e necessari.

Mentre assistiamo a un aumento generale di ansia, depressione, episodi di autolesionismo e tentativi di suicidio si registra al contempo una carenza delle risorse sociali e aggregative che di solito aiutano a intercettare questi disagi. Gli ambulatori e gli sportelli sociali di ascolto che in Italia si occupano della salute mentale degli adolescenti non sembrano molto diversi rispetto a due anni fa, e già del sostegno psicologico, della prevenzione e dell’ascolto si parlava e si faceva poco anche prima, lasciando tutto o quasi ai servizi nelle scuole.

Anche la recente bocciatura da parte della Camera dei Deputati del voucher legato al “bonus psicologo” non è una buona notizia: nell’immediato il voucher poteva essere una soluzione, pur legata a una logica di mercato che rischia di ridurre ancora di più il ruolo fondamentale del Sistema Sanitario Nazionale che rappresenta la migliore assicurazione a tutela di tutti i cittadini, anche per la salute mentale.

I dati italiani non sono ancora disponibili ma le testimonianze dei neuropsichiatri infantili e degli psicologi, assieme al quadro complessivo già tracciato prima della pandemia, è tutt’altro che rassicurante: un’indagine commissionata dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (CNOP) in Italia ci dice che durante la pandemia i pazienti in terapia con meno di 18 anni sono aumentati del 31 %. Del resto negli USA nei primi 6 mesi del 2021 gli ospedali psichiatrici hanno segnalato un aumento del 45 % del numero di autolesionismo e tentativi di suicidio tra i 5 e i 17 anni rispetto all’anno precedente.

Sul nostro territorio a Livorno le criticità all’interno di questa sono già state evidenziate da documenti e studi specifici abbastanza recenti (Piano Integrato di Salute 2020-2022 della Zona Livornese, Studio Espad 2019 sugli stili di vita dei giovani livornesi).

“La psicopandemia non è una battuta, né un’invenzione degli psicologi, è una realtà, ed è a tutti evidente che c’è un’onda lunga di disagio e disturbi psicologici che durerà anni e interessa quote importanti della popolazione”, ha detto David Lazzari, presidente del CNOP. “Tra i giovani sino a 18 anni uno su due vive un disagio psichico e uno su dieci manifesta un disturbo”.

Alla luce di tutto questo come Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Livorno invito le Istituzioni locali, a cominciare dall’Amministrazione Comunale, l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, il Terzo Settore, a prendere seriamente in considerazione questi aspetti e a mettere in campo strategie e azioni mirate a arginare il fenomeno.

Serve da subito rafforzare e mettere in piedi una rete, disseminata sul territorio, di supporto, di sportelli e di servizi/attività (pensiamo ad esempio ai laboratori di arteterapia), anche informali e tali da favorire l’incontro con le fragilità e le possibilità di intercettare in anticipo i segnali di difficoltà. Penso a un intervento pubblico organico e strutturato al fine di evitare il consolidamento del divario favorito dalle disuguaglianze socio-economiche fra chi ha risorse per permettersi attenzione e cura e chi non le ha. La Riforma del Terzo Settore può aiutare a superare una parte dei problemi legati alle risorse finanziarie e umane favorendo la collaborazione con le realtà che ne fanno parte. Nell’immediato serve attivare e rafforzare servizi di prima emergenza.

Serve altresì fare il possibile per non sacrificare ancora troppo luoghi e spazi di socialità e di relazione sul territorio, andando oltre il processo di stigma e di colpevolizzazione di comportamenti legate ai problemi di sicurezza e di ordine pubblico, che pur esistono, ma che troppo spesso rischiano di dominare dibattito e di condizionare le strategie necessarie.

Smettiamola di invocare il ritorno alla vecchia normalità e costruiamo la nuova normalità, trovando nuovi equilibri, abbracciando e affrontando l’incertezza che ancora caratterizzerà il futuro prossimo”.

Stefano Romboli, Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Livorno.


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