L’export della Provincia di Firenze scatta in avanti rispetto ai livelli pre Covid: nei primi tre trimestri del 2021 segna un + 20,3% che vale il quinto posto in Italia. Il vero exploit è per la pelle (quota del 61,2% sul totale del fatturato), ma anche l’abbigliamento contribuisce alla ripresa (24,3%). A destare notevole preoccupazione è però la débâcle dell’alimentare, con un allarmante 3% che inchioda il segmento ampiamente nelle retrovie.

Lo rivela uno studio commissionato da Confartigianato Imprese che ha preso in esame le prestazioni del made in Italy all’estero nei settori di MPI – alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture. 

Nel complesso si osserva un recupero più intenso delle esportazioni rispetto all’anno pre pandemia, con la Toscana che si piazza sul podio (+14,4%, dietro soltanto a Campania e Marche). 

“Il fatto che l’economia fiorentina dell’export si affermi come la quinta maggiore in Italia – l’analisi di Alessandro Vittorio Sorani, presidente Confartigianato Imprese Firenze – ci conforta e ci inorgoglisce, perché sintomo di un’importante crescita. Tre settori registrano un dato letteralmente ‘esploso’ nel periodo preso in considerazione: due in senso molto favorevole, uno in chiave estremamente allarmante”. 

Sorprende soltanto relativamente la forza trainante del manifatturiero della pelle: qui la quota delle esportazioni sul totale del fatturato tocca il 61,2%. “Un trend in linea con quelle che erano le nostre percezioni – prosegue Sorani – perché parliamo di un must riconosciuto a livello mondiale, di un’eccellenza reale del territorio come la lavorazione della pelle fiorentina”. 

In controtendenza rispetto al dato nazionale, su cui pesa il ritardo della moda (- 6,8%) l’esportazione dell’abbigliamento fiorentino cresce con disinvoltura segnando un 24,3% e confermandosi, come ricorda ancora Sorani, “un player davvero importante per il settore della moda a livello nazionale”. 

A fronte di due dischi verdi desta tuttavia preoccupazione autentica il semaforo rosso per l’alimentare. In questo comparto la quota dell’export fiorentino sul totale del fatturato raggiunge soltanto il 3%.

“Se da un lato – conclude Sorani – salutiamo con grande piacere i risultati conseguiti a livello globale dalla provincia di Firenze, dall’altro si impone una riflessione rapida sulla capacità di esportare anche le eccellenze ‘culinarie’ del territorio. Da parte nostra siamo perfettamente consci di quanto l’alimentare fiorentino sia rinomato, apprezzato e ricercato in tutto il mondo: non è dunque pensabile che un prodotto tanto desiderato all’estero sia oggi così poco fornito. Per questo serve imprimere un’accelerata notevole. Bisogna potenziare l’attività di e-commerce, sviluppando la digitalizzazione di questo settore anche sul piano locale, che a Firenze è fatto da tante piccole imprese con grandi potenzialità di crescita”.


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