“Da tempo parliamo di diversificazione e ribadiamo la necessità di affrontare la questione Piombino in maniera organica. Per questo abbiamo chiesto a più riprese, per adesso invano, di convocare un tavolo istituzionale intersettoriale per trattare insieme alla fabbrica anche i temi delle bonifiche e delle opere infrastrutturali. Se oggi possiamo dirci soddisfatti per la conferma della cassa integrazione straordinaria anche per il 2022, non è così per tutto il resto. Si continua ad affrontare unicamente il tema degli ammortizzatori sociali che, seppur indubbiamente necessari, non rappresentano la soluzione definitiva alla crisi complessa che vive la città che, ora più che mai, ha bisogno di reali e concrete prospettive di lavoro. L’ingresso di Invitalia nella compagine sociale appare ancora lontano e ipotetico: altrettanto drammaticamente incerta è poi l’intenzione del privato di investire a Piombino. Un privato che oggi tiene in scacco un territorio intero. Tutto questo non è accettabile.
Non è accettabile, ad esempio, che le aree retro portuali, di proprietà demaniale, continuino ad essere spudoratamente non utilizzate dalla fabbrica: c’è un tesoro che è rimasto scioccamente parcheggiato fino ad oggi. Jsw tiene ostaggio il futuro dei piombinesi, usandolo come merce di scambio.
Oggi chiediamo a gran voce che quelle aree siano liberate immediatamente e messe a disposizione di aziende che vogliano realmente investire sul territorio. Si tratta di aree appetibili per piccole e medie imprese come quelle di logistica e cantieristica nautica, per esempio, che potrebbero dare una risposta immediata in termini di posti di lavoro e di sviluppo economico del territorio, finalmente all’insegna della diversificazione economica. Uno sviluppo che non andrebbe certo a detrimento della produzione siderurgica.
Oggi al Mise abbiamo formalizzato la richiesta di non prorogare più le concessioni demaniali e portuali: Piombino deve puntare su un nuovo genere di insediamenti industriali più ecocompatibili e più adatti alle esigenze del territorio”.
Così scrive Francesco Ferrari, sindaco di Piombino.