Era stata salvata dalle reti da pesca in Toscana nel dicembre 2018 e rimessa in acqua a Livorno nel giugno 2019. Due anni dopo la salvano di nuovo da una rete a strascico per rimetterla, per la seconda volta, in libertà, questa volta nelle acque a largo di Salerno. Protagonista una tartaruga Carretta caretta che per due volte è rimasta impigliata e ha rischiato di morire e per due volte è stata salvata, curata, e rimessa in libertà.
La storia è raccontata da Arpat Toscana. La tartaruga è stata battezzata Eleonora. Entra in contatto con l’uomo nel dicembre 2018, quando viene recuperata a largo del porto di Livorno da un pescatore professionista che l’aveva trovata impigliata nelle reti da posta e subito trasferita, grazie al supporto della Capitaneria di Porto e al coordinamento di Arpat, al centro di recupero dell’Acquario di Livorno per le cure. Dopo le medicazioni, durate circa 6 mesi visto che la Caretta caretta era deperita e disidratata, la tartaruga Eleonora era stata rimessa in mare nel giugno 2019 al largo delle Secche della Meloria a Livorno. Prima del rilascio in mare la tartaruga era stata dotata di una targhetta metallica. Sul carapace, prima della sua liberazione, era stato applicato anche un radiotrasmettitore satellitare del dipartimento di Etologia dell’Università di Pisa che ha consentito di poterla seguire per 25 giorni nel suo viaggio verso il sud d’Italia: in poco meno di un mese, dall’11 giugno all’8 luglio 2019, data in cui ha smesso di trasmettere la sua posizione, la tartaruga Eleonora ha percorso 584 km ad una velocità media di 1.6 km/h.
Proprio la targhetta è stata fondamentale per riconoscerla il 7 gennaio scorso, quando Eleonora è stata ripescata in una rete da strascico a 3 miglia dalla costa nel comune di Salerno. La tartaruga al momento della liberazione è stata nuovamente dotata di tag satellitare in collaborazione con Università di Pisa.