“È un onore per me avere la possibilità di raccontare un luogo come Lucca, con i suoi spazi e la sua storia. Essere invitato a realizzare questa mostra è un evento che tocca corde affettive, con la possibilità di regalare qualcosa a questa città. Per la prima volta nella mia vita ho pensato di presentare una selezione di sole sculture lignee, un Giardino degli Olivi, simbolo di Resurrezione, sculture scaturite da radici di alberi secolari che non dovevano morire”.
Parla così Pablo Atchugarry, uno dei più importanti esponenti della scena artistica contemporanea internazionale, per la presentazione della sua prima grande mostra pubblica a Lucca. Dal 4 giugno al 4 settembre la città ospita “Il risveglio della Natura”, allestimento diffuso lungo un percorso che si snoda all’interno della cerchia muraria cinquecentesca, le vie del centro, i sagrati delle chiese più importanti della città e due sedi espositive indoor.
Marmi che sembrano librarsi verso il cielo, bronzi e opere lignee, per la prima volta esposte in una mostra pubblica, dialogano con la tradizione culturale, storica e artistica della città di origini preromane: la mostra, a cura di GianGuido Grassi, organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, dalla Fondazione Lucca Sviluppo e dall’Associazione Start – Open your eyes, con il contributo del Comune di Lucca, raccoglie complessivamente 45 sculture. L’esposizione ha il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana, di Confindustria Toscana Nord e CNA di Lucca.
“Il Palazzo delle Esposizioni è una realtà al servizio della città e della cultura del territorio – spiega il presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca Andrea Palestini – ed esplica questo servizio seguendo tre linee principali: attraverso la presentazione di artisti emergenti del territorio; ospitando eventi che recuperano la memoria del territorio; e non ultimo mettendo a disposizione le nostre sale per mostre di grandi artisti internazionali come nel caso di Pablo Atchugarry. È per noi un grande onore che abbia accettato l’invito ad esporre a Lucca, dove siamo riusciti a creare un circuito espositivo allargato. La mostra infatti prosegue alla Chiesa dei Servi e negli spazi monumentali della città, dove trovano posto le sculture più imponenti.”
“Esprimo grande soddisfazione nel vedere finalmente a Lucca le maestose opere di questo grande artista – aggiunge Andrea Del Carlo, presidente della Fondazione Lucca Sviluppo – dopo tre anni di programmazione e duro lavoro. Sono opere che elevano lo spirito, che perdono la pesantezza del marmo e tendono verso il cielo, capaci di regalare grandi emozioni”.
“Ci sono voluti tre anni per arrivare a questa mostra – commenta Stefano Ragghianti, assessore comunale alla Cultura di Lucca – e questo ci fa pensare, seppur con la voglia di guardare avanti, a quanto abbiamo passato in questo lungo periodo. In anni in cui la natura ci ha messo, e noi continuiamo mettere lei, a dura prova su tanti fronti. Vogliamo guardare a queste opere che tendono al cielo come a un vero invito alla pace”.
“L’esposizione delle opere di Pablo Atchugarry a Lucca rappresenta un motivo di orgoglio per la città di Lucca e, in generale, per il mondo dell’arte della Toscana. Un’artista che ha fortemente consolidato il suo legame con le nostre terre e, in questo senso, “Il risveglio della natura” a Lucca testimonia il vivace e appassionato proseguimento di questo rapporto. Sarà bellissimo, una grande gioia per i nostri occhi, ammirare le sculture astratte di Atchugarry ispirate alla natura nel meraviglioso scenario architettonico delle piazze di Lucca. La bellezza chiama bellezza, l’arte chiama arte”, così il consigliere regionale Mario Puppa.
Dieci opere lignee troveranno spazio nella Chiesa dei Servi, costruita alla fine del 1300, mentre le spettacolari opere in marmo bianco di Carrara, nero del Belgio e rosa del Portogallo saranno ospitate dal Palazzo delle Esposizioni, insieme ad alcuni bronzi.
Cinque le opere collocate all’aperto, nei principali luoghi d’interesse del centro storico: piazza San Martino, l’Agorà, piazza San Michele (l’antico foro), Porta San Pietro, sulle mura in corrispondenza del baluardo di San Frediano. L’allestimento in esterno proseguirà fino al 30 settembre.
“In questo momento storico – dichiara il curatore della mostra GianGuido Grassi – abbiamo bisogno di ritrovare valori e speranza e la bellezza sembra offrire all’umanità un’ancora di salvezza: l’artista con la sua creatività è vicino al Principio primordiale da cui scaturisce l’universo; lo scultore libera la materia per farne opera nuova: da qui il titolo della mostra appunto, ‘Il Risveglio della Natura’. Davanti alle sculture di Pablo, siano esse radici di olivo, in marmo statuario di Carrara, fusioni in bronzo, avvertiamo un’emozione particolare, intuiamo un mistero, una sorta di preghiera. Per dirla con Platone: la potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello”.
“Amo l’Italia – dichiara l’artista Pablo Atchugarry – dove sono arrivato da giovane quando partii dalla mia terra, l’Uruguay, per venire in Europa e attingere alle fonti della cultura. Era il Viaggio; la prima città è stata Roma, nel 1977, poi Parigi, Copenaghen. In quei tempi per non pagare l’albergo viaggiavo in treno di notte. La mostra di Roma del 2015 è stata la realizzazione di un sogno, le mie sculture dialogavano con oltre duemila anni di storia. In Italia, a Lecco dinanzi a quel ramo del lago di Como, sono rimasto tutta la vita, qui sono cresciuti i miei figli. Oggi posso dire che l’Italia è il nostro Paese dove vivo e di cui sono cittadino”.
“Sono legato alla Toscana – prosegue Atchugarry – sono andato la prima volta sulle Alpi Apuane nel 1979. Fu un momento decisivo per la mia carriera, ho conosciuto l’origine e la bellezza del marmo che è diventata la materia privilegiata del mio lavoro. I marmi sono i figli della montagna e appartengono al mondo; così sono le mie sculture che hanno le gambe e, come un padre, le vedo partire e acquisire una vita propria. A volte penso che tutte queste mie opere verticali, queste punte, altro non siano che invocazioni, un interrogarsi, un andare a vedere le stelle: percepire l’energia dell’Universo, ritrovare gli elementi primordiali per compiere il viaggio fra materia e luce”.