“I timori di Italia Nostra sono infondati: il restauro di Palazzo Pisani sarà un elemento di arricchimento per la città e per il Museo Civico del Marmo e non andrà a impoverire o depauperare la sede di viale XX Settembre”. L’assessore alla Cultura e al Turismo Federica Forti ribadisce e sottolinea quanto già affermato dagli esponenti dell’amministrazione e da tutti i “partner” del progetto in occasione della presentazione del progetto curato dal professor Guido Canali.

“Giovedì abbiamo tutti insistito all’unisono su questo punto. Il sindaco, noi assessori, lo stesso professore e anche i vertici della Fondazione Marmo: ciascuno di noi, nel suo intervento, ha voluto sottolineare come la nuova sede di Palazzo Pisani non andrà in competizione con quella del Museo Civico del Marmo ma proporrà un’offerta alternativa e integrativa” ripete l’assessore.

L’idea dell’amministrazione, condivisa dall’architetto Canali e dalla Fondazione, è quella di realizzare a Palazzo Pisani “un museo della cultura del lapideo che proprio attraverso i saperi legati alla lavorazione di questa pietra naturale racconti la storia della città, del territorio e delle persone che lo abitano”.  Rispondendo nello specifico alle preoccupazioni di Italia Nostra, Forti spiega: “il Museo Civico del Marmo non sarà svuotato per riempire la sede di Palazzo Pisani: questo, oltre a non essere logisticamente possibile, non corrisponde alla nostra idea né al mandato che abbiamo dato al professor Canali. Con lui, e con Fondazione, abbiamo condiviso il progetto di un museo nuovo, che racconti Carrara e il marmo da un punto di vista diverso e con una voce nuova rispetto al percorso di viale XX settembre”.

Quanto ai contenuti della nuova sede Forti “cita” le parole del professor Canali: “sarà un viaggio scenografico, che potrà avvalersi anche di documenti, incisioni, dipinti, iconografie con una fortissima carica documentaria. Una quantità di documenti copiosa, quasi come ad essere a scrutare la ricca bancarella di un rigattiere, per ammirare tutto ciò che può rappresentare la storia della città”.

L’assessore alla Cultura ripercorre «l’iter importante e coerente portato avanti in questi anni di mandato: la rivendicazione dell’importanza dell’artigiano e dell’artista per la rigenerazione dei centri sancita nero su bianco nella Carta di Carrara in occasione del Forum delle Città Creative Unesco, la realizzazione della nuova cartellonistica turistica, la valorizzazione di Carmi e mudaC sfociata nell’assegnazione del riconoscimento di “musei di interesse regionale”. “L’ apertura di questo nuovo museo – sottolinea Forti – rappresenta un ideale punto di partenza e di arrivo, nell’apprezzamento di Carrara e delle sue genti, per poi passare agli altri musei in maniera sinergica. Il museo del marmo su viale XX settembre continuerà la sua attività, rivalorizzandosi. In questi 5 anni non l’abbiamo affatto trascurato, al contrario, ce ne siamo presi cura, dotandolo di  un’insegna, eseguendo interventi di manutenzione ordinaria e sviluppando al suo interno una narrazione culturale del territorio”.

Quanto alle accuse rivolte alla sua attività di libera professionista antecedente la nomina all’interno dell’amministrazione, Forti ribatte: “la trasformazione del museo in un magazzino, in cui si accumulava materiale senza alcuna selezione o attinenza solo perché proveniente da donazioni, è antecedente al periodo della mia collaborazione. Anche l’eliminazione delle sezioni a cui allude Italia Nostra (che riguarda i calchi del bestiario del Duomo oggi conservati in perfetto stato nel magazzino) è avvenuta prima che io iniziassi il mio lavoro da libera professionista al Museo. Nel corso di quell’esperienza, grazie a un contributo da sponsor privati pari 60mila euro all’anno dal 2010 al 2013, ho organizzato un programma di progetti di residenza di rilievo internazionale cha fatto riecheggiare il nome di Carrara e del Museo Civico del Marmo in tutto il mondo. Insomma già prima di diventare assessore mi sono impegnata per valorizzare la sede di viale XX Settembre, durante il mio mandato ho continuato a farlo e ora che sto per terminare questa esperienza lo faccio lasciando un’eredità che prosegue in questo percorso”.


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