Questa mattina in Sala Cerimonie a Palazzo Comunale, il sindaco Luca Salvetti ha consegnato una pergamena di ringraziamento e un vassoio d’argento ad Ambra Sabatini, atleta paralimpica vincitrice della medaglia d’oro nei 100 metri e record del mondo alle Paralimpiadi di Tokyo.

La cerimonia si è svolta in un clima di festa, in una sala gremita (sempre nel rispetto delle normative anti-Covid) con grande partecipazione della stampa, delle rappresentanze politiche e dei familiari dell’atleta toscana.

Il sindaco Salvetti prima di conferire l’onorificenza, visibilmente soddisfatto di premiare Ambra Sabatini come molti altri sportivi livornesi che si sono distinti e hanno portato visibilità alla città, ha precisato che “Quest’anno è stata rivolta una grande attenzione ai giochi olimpici di Tokyo determinata soprattutto dalle numerose vittorie ottenute dagli atleti italiani e allo stesso modo abbiamo esultato per i giochi paralimpici che sono stati un vero e proprio exploit per l’Italia con un totale di 69 medaglie di cui 14 d’oro. Abbiamo gioito tutti e ci siamo emozionati per gli esiti delle gare e per la grande forza e tenacia degli atleti”.

Ambra Sabatini, come lei stessa ha affermato, è nata e vissuta a Livorno fino all’età di nove anni, poi si è trasferita con i genitori a Porto Ercole, dove purtroppo, tre anni fa, all’età di 16 anni, è rimasta coinvolta in un tragico incidente stradale a causa del quale le è stata amputata la gamba sinistra.

Ambra non si è persa d’animo e con l’aiuto dei familiari e dell’allenatore appena ha potuto è tornata in pista ed ha continuato a correre, gareggiando e passando da un successo all’altro fino alle paralimpiadi.

La sua grande forza d’animo e la grinta l’hanno condotta sul gradino più alto del podio in una estate in cui l’Italia ha vinto tutto in ogni specialità sportiva.

“Dopo l’incidente – ha spiegato Ambra – ho pensato subito che avrei continuato a correre perchè sapevo che esistono le tecnologie adatte a permettermi di continuare ad allenarmi. Lo sport paralimpico è importante perchè può essere un esempio per coloro che, dopo un incidente o un infortunio, pensano di non farcela. Per questo è necessario che la tecnologia legata agli arti artificiali sia resa disponibile e fruibile a tutti coloro che ne hanno bisogno. La vittoria alle Paralimpiadi mi ha dato una gioia immensa anche perchè sono salita sul podio con le mie amiche. Ora il mio obiettivo è scendere sotto i 14 secondi e provare a cimentarmi nel salto in lungo”.

Nella pergamena che le è stata consegnata e nel vassoio si legge:

“L’Amministrazione Comunale di Livorno esprime il più sentito ringraziamento a Ambra Sabatini per la medaglia d’oro e il primato mondiale nei 100 metri di atletica femminile conquistati ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020.

Cuore, sacrificio e talento per un’incredibile e straordinaria prestazione”.

Presenti all’evento insieme al Sindaco: il vicepresidente della Provincia e presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, il delegato provinciale del Coni Gianni Giannone, il garante delle disabilità del Comune di Livorno Valerio Vergili, Michela Castellani della Fispes (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali).

Gianni Giannone, delegato provinciale del Coni ha ribadito la grande sensibilità che sta nascendo nei confronti del settore paralimpico ed ha ringraziato Ambra Sabatini “per le emozioni che ci ha fatto vivere”.

Anche Michela Castellani, delegata della Fispes, ha puntualizzato che con i giochi paralimpici di Tokyo sono cambiate le regole del gioco e che è giunto il momento di focalizzare l’attenzione sulle nuove tecnologie che “possono trasformare la disabilità in un modo diverso di essere abili”.

Valerio Vergili, garante del Comune di Livorno per la disabilità ha raccontato l’emozione provata di fronte alla vittoria di Ambra e delle altre due atlete italiane che con lei sono salite sul podio “perchè so quanti e quali sono i sacrifici”. Ha poi aggiunto: “In Italia abbiamo strutture per lo sport paralimpico ad altissimo livello e chi le frequenta sono giovani che hanno la possibilità di sentirsi uguali agli altri dimostrando che la vita ha un senso e che continua anche dopo un incidente grave che ha compromesso il corpo e il movimento. Lo sport è un mezzo per dimostrare che la vita continua”.


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