Qualcuno, come estremo gesto di protesta, è arrivato a bruciare la propria licenza. Centinaia di ristoratori da stamani sono scesi in piazza spontaneamente a Grosseto per manifestare contro le chiusure forzate previste nel dpcm per il contenimento della pandemia al grido di “lavoro, lavoro”. I ristoratori, con mascherine e cercando di mantenere le distanze, sono scesi in piazza senza preavviso inscenando una protesta sotto il municipio di Grosseto. “Una volta – ha spiegato un manifestante – avere un ristorante significava possedere un valore. Oggi una licenza non vale più niente, per questo alcuni di noi hanno deciso di bruciarla, stamani”.

Sulle decine di cartelli portati dai manifestanti messaggi chiari: “Non siamo untori, vogliamo lavorare in sicurezza”, “Vogliamo solo dignità”, “Senza lavoro si muore”. Sotto il cartello più grande con la scritta “La ristorazione è morta” sistemata ai piedi di un monumento sono stati posti decine di lumini funebri. “Qui c’è tutta la provincia di Grosseto unita e compatta – ha detto uno degli organizzatori – vogliamo portare solo un messaggio pacifico: dobbiamo essere uniti, in tutta Italia, per far sentire la nostra voce”. Il sindaco e presidente della provincia di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha manifestato la propria disponibilità ad incontrare una delegazione dei manifestanti, che però hanno rifiutato l’incontro: “Abbiamo parlato con ministri e sottosegretari, non vogliamo politicizzare questa protesta. Siamo arrivati in silenzio e composti, e in silenzio e composti ora andremo via”.


Incontro con l’associazione Tartufai della Maremma grossetana

Raro esemplare di delfino spiaggiato sulla costa di Grosseto