Alimentazione e mente, un legame più stretto di quello che si pensi. La dipendenza da cibo può infatti essere causa di disturbi d’ansia e dell’umore. È questo la conclusione cui arriva uno studio scientifico pubblicato dalla rivista Eating and Weight Disorder e condotto dalla Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze.

Dallo studio (redatto da Armando Piccinni, Rachele Bucchi, Claudia Fini, Federica Vanelli, Mauro Mauri, Tiziana Stallone, Ernesto Cavallo e Claudio Cargioli) è emerso che «la food addiction e l’uso di sostanze condividono meccanismi psicopatologici simili: la condizione di cronicità, il desiderio di cercare e consumare il cibo o la sostanza d’abuso, la sensazione di perdita di controllo ed il conseguente stato emotivo negativo». Tutti sintomi che testimoniano una «una sindrome da astinenza quando l’esposizione alle sostanze viene interrotta».

«Lo studio – spiega il professor Armando Piccinni, presidente della Fondazione BRF – ha messo in luce la comorbidità, dunque la compresenza di patologie, tra food addiction e disturbi dell’umore o dell’ansia, inclusa la sintomatologia depressiva e disturbi dello spettro bipolare. Non solo: la presenza della food addiction sembra essere direttamente proporzionale al carico dei sintomi del disturbo affettivo». Dallo studio della Fondazione BRF emerge anche che in popolazioni speciali come i pazienti obesi o gli adolescenti vi sia una correlazione forte tra dipendenza di cibo e rischio suicidario.

I ricercatori, dunque, concludono che tale dipendenza gioca un ruolo fondamentale in diverse patologie: «La food addiction rappresenta una sorta di meccanismo di compensazione per i disturbi affettivi. Capire la relazione tra dipendenza da cibo e psicopatologia – conclude il professor Piccinni – potrebbe essere fondamentale per comprendere le relazioni esistenti tra disturbi psichiatrici e cibo».


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