Sta diventando un “bollettino di guerra” quello che vede i commercianti del centro di Firenze dove dire addio alle proprie attività Attività portate avanti per decenni, alcune con radici profonde nel tessuto commerciale e storico della città.

Certo è il problema Covid non lo poteva prevedere nessuno (forse) ma è certo che gli affari, in città che vivevano di turismo come Firenze, non permettono più di mantenere lo standard fatto di: affitti alle stelle, costo dei dipendenti alto, tasse insostenibili.

L’errore è stato pensare che si potesse vivere sempre e solo di turismo “usa e getta”, quello veloce che consuma le nostre città e non lascia poi molto. Siamo andati sulla quantità e non sulla qualità e soprattutto abbiamo fatto di tutto per togliere di mezzo “quei fastidiosi abitanti del luogo” che si lamentano per la movida molesta e altro.

Piazza San Marco riqualificata con polemica e relativo taglio di alberi doveva avere un altro destino. Finite le code per la Galleria dell’Accademia e i vari musei in zona, tutto si è come cristallizzato. Tranne le spese.

Il 30 settembre chiuderà un altro caffè storico, il San Marco aperto nel 1870. Il Gran Caffè San Marco oggi non può continuare senza aiuti e il titolare, Gualserio Zamperini, deve mandare a casa i 35 dipendenti perché con 1000 euro di incasso al giorno, rispetto ai 10.000 pre-covid, non riesce a pagare le spese giornaliere. Addio quindi al suo mitico cappuccino.

Il bonus monopattino servirà a sistemare una situazione di grave crisi come quella che stanno vivendo le città storiche? O forse, nel caso di Firenze, sarebbe meglio aprire la porta telematica di via Cavour come è stato fatto in altre zone della città, in attesa che si crei un’idea concreta di possibilità di accesso a una piazza, centralissima, ma poco raggiungibile.

Con il Covid sono tante le persone che rinunciano a muoversi per non prendere il bus e quante persone decideranno di salire su un monopattino? Un serio servizio di bici elettriche per esempio con garage che diventano punti di ritiro e consegna previo documento per non ritrovarle in Arno come quelle “faticosissime” sparse per la città (e da noi pagate!). O un vero servizio di piccole risciò elettrici con autista quindi ad un prezzo poco più altro di un autobus? Giusto per buttare lì qualche idea…

Il sindaco Nardella esulta per il nuovo car sharing che farà arrivare 120 auto elettriche, 900 monopattini e 600 scooter in città. Ma forse ci si dovrebbe domandare anche come far muovere gli anziani che non usano questi mezzi, che tra le altre cose sono quelli che hanno una pensione e il tempo per godersi un buon caffè in centro, come far vivere le attività riportando turismo di buona qualità, come rendere la città bella e pulita ( via Cavour è una strada “moribonda” eppure nei suoi palazzi eleganti ci appartamenti e studi professionali con marmi e lucernari bellissimi.

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ultimo aggiornamento: 25-09-2020


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