Ridurre il più possibile le visite agli anziani ricoverati nelle Residenze sanitarie assistite, possibilmente limitandole a una sola persona al giorno per ciascun ospite ricoverato, per ridurre al minimo i rischi di diffusione del contagio da coronavirus proprio in quelle fasce di popolazione più vulnerabili, per l’età avanzata e l’eventuale presenza di patologie. E’ questa l’indicazione che la Regione ha dato ai responsabili delle residenze sanitarie assistite con una lettera inviata oggi alle strutture di tutta la regione.
“Preso
atto dell’ordinanza del presidente della Regione Toscana numero 5 del
28.02.2020 – si legge nella lettera inviata alle Rsa – visto che il
Covid-19 ha dimostrato la tendenza a colpire in modo più intenso i
soggetti anziani e polipatologici, al fine di prevenire possibili fonti
di infezione, si raccomanda di organizzare l’accesso dei visitatori, dei
fornitori e di altro personale esterno alla struttura evitando gli
assembramenti in rapporto alle caratteristiche e alle dimensioni dei
locali”.
“In particolare, si suggerisce di ridurre possibilmente le visite ad un
sola persona al giorno per ciascun ospite, anche adottando soluzioni
organizzative per scaglionare gli accessi e verificandone comunque lo
stato di salute (assenza di tosse e raffreddore e sintomi influenzuali
in generale)”.
Raccomandazioni sono state inviate anche agli operatori degli ospedali, per limitare l’ingresso improprio di utenti od ospiti. In particolare all’ingresso degli ospedali saranno istituiti dei check-point di controllo (cosa diversa dal pre-triage dedicato ai soli casi sospetti che si autopresentano), presso i quali sarà presente “personale dedicato che consiglierà di rimanere presso la propria abitazione agli utenti/ospiti con leggera alterazione della temperatura corporea, rinite, tosse e difficoltà respiratorie che non rendono, tuttavia, indispensabile il ricorso all’ospedale”. “Trattasi – si legge nella lettera – di semplici misure di prevenzione volte a curare i nostri pazienti in sicurezza, garantire la sicurezza collettiva dei nostri cittadini, d ella comunitàò ospedaliera e dei nostri professionisti”.