Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Trento – coadiuvati da personale dello
S.C.I.C.O., dei Reparti territoriali del Corpo sul territorio nazionale e della Sezione Aerea di Bolzano – hanno
dato esecuzione ad un’Ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trento su richiesta della locale D.D.A., che
ha disposto l’applicazione della custodia cautelare nei confronti di 38 soggetti (di cui 27 in carcere ed 11
obblighi di dimora) nonché il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 10 milioni di euro.
Le misure cautelari, eseguite nelle province di Trento, Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano, Verona,
Pavia, Cremona e Livorno, sono state emesse al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, avviata
a dicembre 2021 e condotte dal G.I.C.O. del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di
Trento.

Complessivamente, l’indagine vede il coinvolgimento di 38 soggetti, di cui 36 di nazionalità estera (albanesi,
tunisini, marocchini e portoghesi), ritenuti a vario titolo, salvo il principio di presunzione di innocenza,
responsabili di aver partecipato o collaborato all’interno di 2 articolate associazioni per delinquere che,
interconnesse tra loro, erano dedite al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish, marjuana ed eroina),
provenienti da altre Regioni italiane e destinate quasi interamente al territorio del Trentino, in violazione degli
artt. 73 e 74 del D.P.R. 309/1990.

Le investigazioni traggono origine da pregresse indagini di polizia giudiziaria e dal costante monitoraggio del
territorio, a seguito dei quali emergevano possibili condotte illecite legate alla continuità dei rapporti tra alcuni
precedenti indagati.
I successivi approfondimenti portavano a individuare i principali clienti e fornitori della sostanza stupefacente,
ad identificare la fitta rete dei partecipanti dei due gruppi criminali ed a ricostruirne interamente l’operatività.
Le consorterie, previ accordi tra connazionali dimoranti in altre regioni, facevano giungere la sostanza
stupefacente sul territorio trentino attraverso corrieri che utilizzavano autovetture appositamente modificate e
dotate di ingegnosi doppi fondi.
Successivamente, gli indagati operanti sul territorio provinciale, in totale 26 con vari ruoli e tutti colpiti da
provvedimenti di cattura, procedevano, all’interno di alcuni appartamenti condotti in affitto, al taglio ed al
confezionamento della droga, utilizzando anche la paprika per camuffarne l’odore.

Le dosi così composte venivano occultate (interrate) lungo gli argini di fiumi o all’interno di un parco pubblico
per la successiva attività di cessione ai consumatori finali.
In altri casi, è emerso che gli indagati utilizzavano autovetture prive di copertura assicurativa e lasciate in
parcheggi pubblici, nelle adiacenze del centro storico del capoluogo trentino, come “magazzini temporanei” per
lo stoccaggio della sostanza stupefacente, in attesa del successivo ed imminente spaccio.
La vendita della sostanza stupefacente avveniva solitamente a Trento e Rovereto, nei pressi o all’interno di
parchi e giardini pubblici ed era rivolto ad una fitta rete di clienti, anche di giovane età.
Nel corso delle investigazioni sono stati effettuati numerosi riscontri, anche attraverso l’impiego delle unità
cinofile della Guardia di Finanza, che hanno consentito di trarre in arresto in flagranza di reato 19 soggetti in
violazione all’art. 73 del D.P.R. 309/1990 e di sequestrare oltre 49 Kg. di hashish, 20 Kg. di cocaina, oltre 5 Kg.
di eroina, sostanze da taglio per circa 12 kg, 1 arma da sparo, denaro contante per oltre 111.000 euro e materiale
vario per il confezionamento della droga.
La ricostruzione dell’operatività criminale dei due gruppi investigati e degli altri collaboratori è stata effettuata
anche dal punto di vista economico-patrimoniale.
È emersa, infatti, una consistente disponibilità di denaro contante, rilevata dai numerosi pagamenti immediati
ovvero alla consegna della droga acquistata, nonché dai sequestri di rilevanti quantitativi di denaro.
Per alcuni sodali, le entrate derivanti dallo spaccio rappresentavano una sorta di reddito aggiuntivo e parallelo
rispetto all’ordinaria attività lavorativa lecita; di converso, per la maggior parte degli associati, le entrate
derivanti dal traffico di droga rappresentavano l’unica fonte di ricchezza.
Analizzando le quantità acquistate, i prezzi di acquisto, i tagli della sostanza pura (da 1 kg. di cocaina venivano
ricavati 3 Kg si sostanza da commercializzare), le dosi ricavabili per chilogrammo (pari a circa 5000 dosi per 1
Kg. di cocaina tagliata), il prezzo medio di cessione per dose al dettaglio, è stato quindi quantificato il profitto
illecito che le consorterie hanno ottenuto dal traffico di sostanze stupefacente, determinato in oltre 10 milioni di
euro.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, tali illeciti profitti sono stati quindi oggetto di sequestro preventivo
finalizzato alla confisca per equivalente.
L’esecuzione dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, che ha richiesto l’impiego di circa 100 militari di vari
Reparti territoriali della Guardia di Finanza, oltre a garantire l’applicazione delle misure cautelari personali, ha
consentito di sottoporre a sequestro i saldi attivi dei conti correnti e le risorse finanziare degli indagati.
Gli esiti dell’odierna indagine testimoniano, ancora una volta, l’efficacia delle sinergie investigative poste in
essere dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Trento, a
contrasto dei più insidiosi e complessi fenomeni di traffico illecito di stupefacenti e, in generale, alla repressione
dei traffici criminosi, a tutela della salute dei cittadini e della legalità, garantendo allo Stato il recupero degli
illeciti profitti conseguiti.


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