Le esportazioni di olio trainano il Made in Tuscany nel mondo. Con 464 milioni di euro di prodotto venduto all’estero nei primi sei mesi, il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, la Toscana si piazza al primo posto con quasi un terzo dell’intero valore esportato a livello nazionale tra gennaio e giugno.
A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat in occasione delle prime previsioni sulla prossima raccolta di olive in recupero ed in leggero rialzo rispetto all’anno precedente stimabile tra il 10% e il 20%.
“Se pur con differenze tra zona a zona, dalla costa all’entroterra, in conseguenza dei tanti microclimi che caratterizzano la nostra regione, possiamo dire che in questo momento la prossima annata olivicola ha imboccato la direzione giusta. La Toscana è in controtendenza rispetto ad un quadro nazionale negativo che registra una contrazione del 30%. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Gli olivi si sono ripresi rapidamente dopo mesi di assenza di precipitazioni e grande caldo che aveva fatto annusare una stagione disastrosa. Si sono adattati molto bene in una situazione di forte stress idrico dimostrando una straordinaria resilienza. L’olivicoltura per la nostra regione, e per il paese, è molto di più di un comparto della nostra agricoltura. E’ biodiversità, è turismo, è identità, è la Dieta Mediterranea ed è sempre più export con quasi 700 milioni di euro nel 2021 su poco meno di 3 miliardi complessivi. E’ un asset strategico per l’economica e l’occupazione che dobbiamo tutelare e salvaguardare con grande attenzione. Dopo il vino è il prodotto del nostro agroalimentare più amato all’estero”.
Per l’olivicoltura, che conta in Toscana 50 mila aziende e 15 milioni di piante, non è stata certa una stagione facile. La fioritura degli olivi è stata abbandonatissima e promettente in primavera ma l’arrivo delle prime fiammate termiche tra maggio e giugno unito alla carenza idrica hanno creato problemi di allegagione provocando in alcune aree anche fenomeni di cascola dei frutti. Le olive che hanno resistito sulle piante nelle settimane successive sono riuscite a riprendere vigore con le piogge di agosto anche se non sono mancati fenomeni estremi con grandinate e trombe d’aria che hanno colpito duramente in alcune aree della regione. A preoccupare ora gli olivicoltori sono gli attacchi tardivi della mosca olearia che il caldo ha tenuto lontane dagli olivi fino ad ora. Rispetto ad un’annata media che in Toscana si aggira intorno ai 150.000 – 170.000 quintali, la prossima raccolta dovrebbe portare nei frantoi, secondo una stima di Coldiretti Toscana, tra i 110.000 ed i 120.000 quintali, inferiori certo ma in aumento se lo confrontiamo con i 100.000 quintali di olive raccolte nel 2021.
La coltivazione dell’olivo è diffusa in tutta la Toscana con circa 100 mila ettari di superficie coltivata, situati per il 90% in zone collinari o di bassa montagna e distribuiti prevalentemente nelle province di Firenze, Grosseto, Siena e Arezzo. Oltre 50 mila aziende coltivano olivi, ma il 43% ha una superficie inferiore all’ettaro, il 60% inferiore a due ettari. Sono cinque le Dop e Igp degli oli extravergini di oliva, registrate dall’Unione Europea, che si riferiscono a zone di produzione comprese nel territorio regionale. Si tratta del Chianti Classico Dop, Terre di Siena Dop, Lucca Dop, Seggiano Dop e del Toscano IGP, la più importante produzione di qualità a livello nazionale con oltre 9.000 tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale e 7 milioni le piante iscritte al Consorzio di Tutela – che fanno emergere la Toscana anche per il numero di olii certificati a livello nazionale.