Il presidente della Camera, Roberto Fico, parlando alla stampa a margine di un incontro pubblico a Pisa, ha parlato della situazione Ucraina: “Siamo in contatto con le autorità ucraine, per capire se ci sarà possibilità per un incontro tra il Parlamento italiano e Zelensky. Non do altre informazioni, ma c’è questo contatto”.

“Quello che è successo, con il bombardamento di un ospedale, è una ferita profondissima. Oggi ci siamo svegliati tutti nauseati e frastornati da quello che sta succedendo; a questa guerra terribile, scatenata da Putin invadendo uno stato sovrano, dobbiamo riuscire oggi ad uscire intavolando una conferenza che sia di pace. La pace è il nostro bene comune più importante, dobbiamo fare ogni tentativo per arrivare alla pace. La pace è come l’acqua e come il pane”.

“Il primo punto fondamentale è un cessate il fuoco. – Continua il presidente della Camera Roberto Fico -Poi servirà una road map, tra Ucraina e la Russia. La Russia deve riconoscere a pieno la Costituzione, lo Stato e la sovranità ucraina. L’Ucraina può parlare di neutralità permanente del suo Stato. Questa è la base su cui si deve negoziare. Tutte le diplomazie devono lavorare per questi confronti di pace. Si deve parlare di pace, non di guerra”.

“Il parlamento italiano darà suo contributo. A breve ci sarà la conferenza dei parlamenti europei in Slovenia e uno dei temi sarà senza dubbio questo: come costruire la pace tramite i parlamenti. E’ giusto aver dato una risposta alla Russia come Unione Europea, ma questa Unione e questa Europa devono riuscire a portare ad un tavolo di pace, equilibrando gli interessi degli attori. Non c’è altra via – Ha aggiunto Fico – che la diplomazia e la pace. Non è altra via che trovare un equilibrio tra le parti per il cessate fuoco. Non possiamo vedere ospedale bombardati e bambini feriti”.

“E’ chiaro che le sanzioni, soprattutto nel momento in cui si irrigidiranno di più, porteranno scompensi economici a livello europeo. L’Europa, unita, deve far fronte a questa difficolta economica, che può arrivare. Ma siamo anche coscienti che per arrivare alla pace ognuno di noi dovrà sacrificare qualcosa. Siamo oggetto di flusso inaspettato di rifugiati. Crescerà e sarà sempre più grande. Abbiamo però riscontrato un incredibile e commovente accoglienza da parte degli italiani. Tutte le istituzioni stanno lavorano per un’accoglienza a 360 gradi”.

“I valori mazziniani della fratellanza universale tra i popoli devono essere ancora oggi un principio ispiratore nel pieno della crisi ucraina sia nel pensiero che nell’azione. Credo – Conclude Fico – che debba esserci un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli politici, sia dell’Unione europea che dei suoi Stati membri, perché si rafforzi l’integrazione e si rinnovi l’impegno a sostituire la competizione con la cooperazione. Oggi più che mai l’ideale mazziniano della fratellanza universale tra i popoli può infatti essere fonte d’ispirazione: nel pensiero e nell’azione. L’Europa è stata l’orizzonte ideale a cui Mazzini ha guardato per tutta la sua vita, a partire da quando, appena ventinovenne, fondò a Berna la Giovine Europa, il primo progetto per l’unità di tutto il continente. Nella sua ottica l’Europa era la patria della libertà e della democrazia, la frontiera della civiltà e del progresso, a cui ciascuna nazione sarebbe stata chiamata a dare il proprio contributo”.

Docenti di diritto internazionale consegnano a Fico 9 proposte per fermare guerra russa

Andrea de Guttry, professore ordinario di diritto internazionale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha consegnato nelle mani del presidente della Camera, Roberto Fico, nove ‘proposte concrete’ sulla guerra in Ucraina.

Il documento, che ha già ricevuto l’adesione centinaia di docenti e studiosi di diritto internazionale di più di 50 atenei e enti pubblici di ricerca, è stato consegnato al presidente Fico durante la sua visita agli studenti della scuola Normale e Sant’Anna di Pisa e “ha lo scopo – si legge nel testo – di approfondire ed integrare le proposte che sono già state condivise con il Parlamento e con il Governo”. Per gli studiosi di diritto per tentare la cessazione del conflitto in Ucraina, è necessario “adottare una legge che consenta di rispondere adeguatamente, anche in Italia, agli obblighi di criminalizzazione che derivano dal diritto internazionale, sanando, in particolare, le lacune relative a varie fattispecie: crimini contro l’umanità, aggressione e genocidio”.

Necessario inoltre che il Parlamento riformi “il codice penale militare di guerra per renderlo allineato con gli obblighi internazionali del nostro Paese. In particolare, sarebbe opportuno – si legge nel testo consegnato a Fico – ampliare la definizione di conflitto armato, attualmente eccessivamente restrittiva e riformulare alcune fattispecie in modo da renderle perseguibili anche nell’ambito di conflitti armati non-internazionali”. Tra le iniziative che de Guttry suggerisce quella di introdurre “nell’ordinamento italiano, mediante specifiche disposizioni di legge, la giurisdizione universale per i crimini di competenza della Corte Penale internazionale, ossia la possibilità di perseguire e reprimere penalmente queste condotte anche in assenza di una connessione con il territorio o i cittadini italiani. La sede per l’introduzione di questo principio potrebbe essere la legge organica di adattamento sostanziale allo Statuto della Corte, ovvero una modifica puntuale degli articoli del codice penale che disciplinano l’ambito di applicazione spaziale della legge penale italiana.

Queste riforme – si spiega – consentirebbero alla magistratura italiana di contribuire più efficacemente alla eliminazione di spazi di impunità per i crimini internazionali”. Per gli studiosi di diritto internazionale per porre fine all’aggressione russa sarà inoltre necessario approvare un odg “che chieda al Governo, in attesa dell’approvazione della legge sulla giurisdizione universale e come suo necessario complemento, di non consentire l’ingresso in Italia di Capi di Stato e altri organi di rango elevato di Stati stranieri accusati di avere commesso crimini internazionali” e di “dichiarare formalmente che coloro che sono indagati per crimini internazionali non sono ospiti graditi nel nostro paese”: questo “consentirebbe al nostro governo di dare un esempio virtuoso”. Necessario inoltre istituire “un organo parlamentare che abbia funzioni consultive, di indirizzo e di monitoraggio in materia di rispetto del diritto internazionale umanitario. Ciò può essere fatto in due modi: formalmente, ampliando la competenza del Comitato Permanente sui Diritti Umani nel Mondo, trasformandolo in Comitato Permanente sulla Promozione dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario nel Mondo”.

E, “informalmente, favorendo l’istituzione di un intergruppo parlamentare sul rispetto del diritto internazionale umanitario (alla Camera dei Deputati o bicamerale), con funzione di stimolo al dibattito parlamentare e di iniziativa in materia di diritto internazionale umanitario”. La sesta proposta riguarda la necessità di “avviare un’indagine conoscitiva della Commissione VI (Finanze) della Camera dei Deputati sull’efficacia delle sanzioni economiche imposte alla Federazione Russa e a individui o enti russi, sulla scorta di quanto fatto, per esempio, dal Treasury Committee del Parlamento del Regno Unito” mentre la settima prevede di “promuovere la partecipazione di un/a parlamentare italiano/a al Committee to Promote Respect for International Humanitarian Law della Inter-Parliamentary Union”.

Le ultime due proposte presentate a Fico riguardano infine la necessità di “promuovere, tramite il Comitato permanente sulla politica estera e le relazioni esterne con l’UE, l’istituzione di un comitato strategico in ambito PESC/PESD con competenze temporaneamente esclusive rispetto agli Stati membri sulla guerra in Ucraina”. La creazione di tale comitato, spiega de Guttry, “consentirebbe di rafforzare il fronte unitario europeo, canalizzando ogni decisione rilevante attraverso questo organo, che potrebbe essere presieduto dalla Presidente della Commissione europea oppure dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza”.

L’ultima proposta è quella di “procedere alla conversione in legge del d.l. 28 febbraio 2022 n. 16, incrementando i posti disponibili nel Sistema di accoglienza e integrazione, al fine di evitare che l’accoglienza degli sfollati si basi principalmente su centri di accoglienza straordinaria e/o strutture provvisorie, e precisando altresì che l’accoglienza sia garantita a tutte le persone sfollate dall’Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza”. Contestualmente, suggerisce il docente, “potrebbe essere modificato l’art. 3 del d.lgs. 7 aprile 2003, n. 85 prevedendo che i contenuti del Dpcm di adozione delle misure di protezione temporanea siano previamente comunicati alle Camere da parte del Presidente del Consiglio, con possibile espressione su di essa di atti di indirizzo parlamentare, fissando inoltre un termine più breve di quello annuale entro il quale il Presidente del Consiglio dei ministri sia chiamato a riferire alle Camere sull’attuazione delle misure adottate”.


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