Mamma e figlia intraprendono un viaggio di 8 ore in macchina per arrivare dal Dottor Giuseppe Santoro, all’Ospedale del Cuore di Massa.

Ali, una ragazzina, arriva a 12 anni con il Dotto di Botallo aperto. Una situazione non allarmante ma – comunque – sulla quale intervenire per evitare il peggio.

Si tratta del condotto tra l’aorta e l’arteria polmonare, che alla nascita di ogni bambino si trova aperto, ma che tende a chiudersi naturalmente entro i primi giorni, o settimane, di vita.

Quando ciò non accade, però, l’apertura comporta un maggiore lavoro sia per il cuore che per i polmoni.

“Ali ha iniziato a piangere appena varcata la soglia dell’Ospedale – racconta la mamma. Come un dono del destino, ad accoglierci c’era la Dottoressa Nadia Assanta, che si è mostrata immediatamente buona, comprensiva, empatica ed estremamente dolce. Ha consolato la mia bambina, che si è asciugata le lacrime e si è buttata con me in questa avventura. Un lungo viaggio attraverso l’Italia, l’arrivo all’Ospedale del Cuore, la visita, gli esami, la sistemazione in una cameretta rosa, e poi la notte prima dell’intervento. 

A 12 anni si è già nell’età della ragione: Ali era perfettamente consapevole di quello che stava accadendo. Aveva paura, e io con lei,- continua la madre– . L’intervento, realizzato dal Dottor Santoro, e poi il risveglio. Ali viene monitorata per un altro giorno, ed arriva il momento di tornare a casa.

Eravamo sole, Ali ed io, ma non siamo mai state abbandonate nemmeno per un istante – spiega ancora la mamma, commossa –: non eravamo un semplice numero, un posto letto in una degenza ospedaliera, ma delle persone con dei sentimenti, delle fragilità, e tanta paura. L’intero personale sanitario ci è stato accanto, quasi come fossimo parte di una famiglia. Il lavoro dei Medici e degli Infermieri, io credo – commenta –, non è solo quello di curare, ma una vera e propria missione, che va al di là della cura di una patologia: è umanità e professionalità insieme. 

Io e mia figlia ci siamo portate questo bellissimo ricordo a casa, con noi”.

La procedura eseguita in sala dal Dottor Santoro, spiega lo stesso Medico, consente di riportare al naturale – e normale – lavoro il cuore e i polmoni, oltre ad evitare possibili infezioni durante banali procedure, come l’esecuzione di un tatuaggio, un piercing o una seduta dal dentista.

L’apertura del Dotto di Botallo, durante manovre piccole e – si potrebbe dire – di routine (come un appuntamento dal dentista, appunto), potrebbero far penetrare una quota di batteri nell’organismo che, a loro volta, causerebbero una endocardite batterica, un’infezione – cioè – all’interno delle arterie.

«Non solo la cura del cuore della bambina, ma delle paure sue e della famiglia – afferma il Dottor Giuseppe Santoro, Direttore dell’Unità Operativa Cardiologia Pediatrica e del Congenito Adulto all’Ospedale del Cuore della Fondazione Monasterio. Quando un medico si occupa dei bambini, a preoccuparlo non c’è solo la loro salute, per così dire, fisica: ma tutto un contorno, molto importante, di vulnerabilità, paure e preoccupazioni che coinvolge l’intero nucleo familiare.

La piccola non era a rischio, poiché asintomatica. Ho ritenuto, però, importante intervenire immediatamente proprio per evitare delle complicazioni in futuro: la comparsa dei sintomi, la paura di qualcosa di ignoto, più grave e irrimediabile. Insieme alla mia squadra, ho deciso di non perdere tempo: proteggere il cuore di Ali e mettere in sicurezza la psiche dell’intera famiglia».

E poi, ad una settimana dal ritorno a casa, lo stesso tragitto di 8 ore, percorso in direzione contraria e con il cuore leggero, un messaggio emozionante.

«Vogliamo ringraziare veramente di cuore tutti voi per le attenzioni, per la pazienza e l’amore che mettete in tutto ciò che fate. Il primo pensiero di Ali, quando siamo tornate a casa, è stato: “mamma, ma ci torniamo il prossimo anno per salutare di nuovo tutti?”.

Probabilmente le parole per esprimere la nostra gratitudine sono fin troppo riduttive, ma siete davvero persone stupende. Vorrei spendere parole per ognuno di voi. A tutti, veramente tutti, grazie: non avrei mai pensato di provare nostalgia per un ospedale, ma il clima che si respira è di serenità, nonostante tutti i problemi che le persone lì presenti affrontano ogni giorno. 

Siete fantastici».

Firmato: Ali e la sua mamma.


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