Alla ripresa generalizzata delle attività scolastiche, in pressoché tutti gli istituti della provincia si riscontrano assenze (positività Covid, isolamenti o quarantene) da record fra docenti, personale Ata e studenti, con orario delle lezioni quasi dappertutto ridotto, se non dimezzato, e attivazione di didattica mista (in presenza e da remoto) in quasi tutte le classi.
Fra gli alunni degli istituti di Firenze e provincia infatti c’è una media di 4/5 assenti per classe: alti numeri fra gli studenti del Liceo Machiavelli (risultano quasi 250 gli alunni non presenti), del Superiore Peano (circa il 25% del totale), del Liceo Alberti Dante (circa il 35%), del Salvemini e dell’Artistico di Porta Romana, dove, fra la sede centrale e la succursale di Sesto Fiorentino, i ragazzi sabato scorso erano appena 150 su 1700. All’Istituto Superiore Gobetti Volta di Bagno a Ripoli sono ben 220 gli studenti a casa, fra situazioni di isolamento e riduzione oraria dovuta alle assenze dei docenti. Sempre a Bagno a Ripoli numeri molto alti di alunni a casa fra quelli di Infanzia e Primaria del Comprensivo Teresa Mattei, mentre al Comprensivo 3 di Sesto Fiorentino non è scuola quasi il 30% degli alunni (350 su 1300) e al Comprensivo La Pira di Campi Bisenzio si conferma la media di 4/5 assenze in ogni classe.
Fra i lavoratori delle scuole di Firenze quando va bene si riscontra una stima del 10% di personale non presente, ma ci sono situazioni con numeri ancora più alti. Ad esempio all’Istituto Comprensivo Pieraccini i lavoratori assenti risultano più di una ventina, 25 all’Istituto Le Cure, numeri simili anche al Superiore Peano, al Liceo Machiavelli e all’Alberghiero Saffi. Anche nei comprensivi Rossella Casini, Spinelli e Vasco Pratolini di Scandicci molti docenti non sono a scuola e in uno dei plessi di Primaria del territorio ne mancano addirittura 15 su 43.
Sempre una stima del 10% di assenze riguarda il Comprensivo Gandhi, il Rita Levi Montalcini di Campi Bisenzio, gli istituti di Signa e Lastra a Signa. All’IC di Greve in Chianti invece si riscontra l’assenza di quasi 30 docenti. All’istituto superiore Calamandrei di Sesto, su 1.487 studenti risultano assenti in 227 (e su 185 docenti, una ventina gli assenti). All’istituto superiore Checchi di Fucecchio, manca il 10% sia di studenti che di docenti. Nell’Empolese 16 docenti assenti al Comprensivo Empoli Ovest e riduzione oraria all’Infanzia, dove i bambini devono essere ripresi dalle famiglie prima della mensa scolastica; situazione simile all’Infanzia del comprensivo di Certaldo. A Castelfiorentino sono quasi una ventina i docenti non presenti, numeri analoghi a Montespertoli.
Anche nelle scuole del Mugello si riscontrano i problemi di cui sopra: orari ridotti in varie classi di Infanzia e Primaria del Comprensivo di Borgo San Lorenzo e in quello di Barberino, mentre all’istituto superiore Chino Chini ci sono ben 26 docenti assenti e 227 studenti a casa. Per l’alto numero di assenti fra docenti e studenti oggi l’altro istituto superiore, il Giotto Ulivi, ha addirittura scelto di non aprire.
Per i prossimi giorni la situazione è certamente destinata a peggiorare, si parla di un picco di contagi ancora da raggiungere e di un numero di persone in isolamento destinato a salire, soprattutto fra i più giovani.
A fronte di tutto ciò, nonostante questa situazione fosse ampiamente prevedibile, ancora una volta si è preferito non prendere provvedimenti e fare come se nulla fosse. Gli unici accorgimenti introdotti dal Governo con il decreto del 5 gennaio riguardano le nuove regole per permettere ai contatti stretti di ridurre i periodi di quarantena… peccato che tali regole si basino in larga parte sulla tempestività del testing, cosa ormai pressoché impossibile a causa dall’ingolfamento della macchina sanitaria e delle farmacie.
Ancora una volta i Dirigenti Scolastici, i docenti e il personale ATA delle scuole per l’inazione del Ministero sono rimasti soli a fronteggiare “a mani nude” la drammaticità dell’emergenza sanitaria.
Non basta ripetere – come fa il Ministro dell’Istruzione – che la scuola deve riprendere regolarmente le sue attività per far sì che ciò si realizzi: erano e sono necessari atti conseguenti affinché le attività didattiche in presenza si svolgano nel massimo della sicurezza per lavoratori e studenti e l’eventuale ricorso alla didattica da remoto si riduca a situazioni circoscritte e ben delimitate nel tempo.
Serve ripristinare l’obbligo del distanziamento nelle aule, servono mascherine Ffp2 per lavoratori e studenti, serve personale aggiuntivo per non avere classi di 28/30 alunni; c’è bisogno di screening a tappeto e potenziamento dei sistemi di tracciamento, impianti di aerazione e ventilazione nelle classi, presìdi sanitari scolastici a supporto della campagna vaccinale, un piano stabile di trasporti dedicati a lavoratori e studenti.
Siamo invece di fronte a una politica scolastica che continua a disattendere tutti gli impegni sottoscritti dalla primavera scorsa a oggi, dal Patto per la Scuola al Protocollo di sicurezza, e che resta pervicacemente ancorata al principio che sulla scuola bisogna risparmiare, anche a scapito della salute e della sicurezza di chi ci lavora e ci studia. Basti pensare che per mantenere in servizio almeno il personale ATA assunto in più per l’igienizzazione (e che doveva essere licenziato a fine anno), c’è voluta una forte mobilitazione, culminata poi nello sciopero dello scorso 10 dicembre.
Con quello sciopero – che a Firenze ha visto l’adesione più alta fra tutte le Città Metropolitane – e con quello generale del 16/12 di Cgil e Uil, il mondo del lavoro ha chiesto un’inversione di rotta nelle politiche pubbliche. Se non arriveranno risposte in tal senso, riprenderà l’iniziativa di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, insieme alle Organizzazioni sindacali, e proseguirà la mobilitazione.