La scuola riapra e rimanga aperta: non si risolve l’emergenza sanitaria chiudendo le aule e recludendo bambini e ragazzi in casa”. L’appello arriva dall’Ordine degli Psicologi della Toscana: nessun rinvio alla ripresa delle lezioni in presenza. Non più sulla pelle di bambini, giovani e famiglie.

“La chiusura della scuola, con l’isolamento e l’impoverimento relazionale conseguenti, ha prodotto disagi psicologici importanti; già lo scorso anno sono aumentati tra i giovani e i giovanissimi episodi di autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare, fobie sociali, problematiche relazionali, disturbi ansiosi e depressivi e quest’anno i numeri tendono a crescere” spiega la presidente Maria Antonietta Gulino. “Dobbiamo fare di tutto per non tornare alla didattica a distanza: la conoscenza e la crescita dipendono dall’incontro e dal confronto, dalle relazioni con gli altri, che sono altamente compromesse davanti a uno schermo”.

I rischi sono l’aumento di ansia, di aggressività in famiglia e fuori, l’isolamento e il ritiro sociale.
“Ai bambini viene a mancare il gioco con gli amici, il confronto e lo scontro costruttivo con gli altri, elementi che servono a fare quelle esperienze necessarie per creare i fondamenti della personalità. In particolare per gli adolescenti, è un periodo della vita in cui è importante stare con i coetanei e differenziarsi dai genitori: togliere loro le relazioni con i compagni, con il gruppo classe, con gli insegnanti, significa mutilarli e rallentare duramente il loro percorso di crescita. Sono stati come leoni in gabbia, hanno sacrificato a lungo la loro attitudine emotiva e relazionale, disattivarli ancora vuol dire non rispettare il loro percorso di vita e sottoporli ad uno stress psicologico non più sostenibile”.

Quindi “dobbiamo incoraggiare l’apertura delle scuole, garantendone la sicurezza” conclude Gulino, ricordando che nella legge di Bilancio approvata dal governo sono previsti 20 milioni di euro per lo “psicologo a scuola”, per supportare il personale delle istituzioni scolastiche, gli studenti e le famiglie attraverso servizi di supporto psicologico per la prevenzione e per il trattamento dei disagi e delle conseguenze sociali derivanti dall’emergenza epidemiologica.
“Un segno che il governo sta investendo nella scuola: chiuderla adesso sarebbe un incomprensibile controsenso”.


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