Nè per uomini, né per donne, ma bagni neutri. L’iniziativa è stata avviata dal gruppo universitario ‘sinistra per’ all’Università di Pisa: nei giorni scorsi hanno affisso cartelli in tutti i bagni pubblici dell’ateneo pisano, coprendo le classiche indicazioni per uomini o per donne.

“A casa tua i bagni sono divisi per genere?”, appare scritto sui cartelli. “Ci siamo impegnati – spiegano – in un’azione sulla scia del movimento ‘Molto più di Zan’. Abbiamo simbolicamente, e non solo, posto manifesti pro bagni neutri coprendo le icone che rappresentano donne e uomini, e posizionato anche delle tampon box dove chiunque lo desideri può lasciare degli assorbenti oppure può prenderne. Siamo convinti e convinte che lo sviluppo del XXI secolo debba tenere in considerazione delle sensibilità intime delle persone: la società e le istituzioni pubbliche hanno il dovere di farsene carico. Noi lottiamo anche per questo. È importante garantire assorbenti per chi non può permetterseli, a chi ha le mestruazioni all’improvviso e non ha con sé tutto il kit sanitario. È importante che questa nostra rivoluzione continui, facendo anche un piccolo gesto, sempre nei limiti che le singole situazioni permettono, lasciando un assorbente dentro le scatole. Che la rivoluzione abbia inizio nei bagni di Unipi”, concludono gli studenti.

Aggiornamento

“Sono stato nominato nel novembre 2019. Abbiamo già tenuto incontri, tra dicembre e gennaio, sia con gli studenti che con i docenti. Il nostro obiettivo è di trasformare almeno ogni bagno di tutti i plessi dell’Università in gender free. Abbiamo avviato una mappatura di tutte le sedi universitarie, poi, causa covid, si è tutto rallentato. Ma il nostro obiettivo resta quello: ci manca la mappatura di un solo edificio, poi inizieremo”. Lo dice il professor Arturo Marzano, delegato del Rettore dell’Università di Pisa alle attività di ‘Gender Studies and Equal Opportunites’.

“La mappatura dei bagni di tutti i plessi dell’Università – spiega il professore – non è cosa semplice. Sia per il covid, che ha rallentato tutti i lavori. Sia perché l’Università di Pisa ha molteplici sedi distaccate, oltre a quella principali: ad esempio a Cisanello, a San Pietro a Grado, a Pontedera, solo per citarne alcune. Abbiamo preferito aspettare, non so se in modo corretto o meno, di avere una mappatura completa. Ma ormai li abbiamo tutti: a breve incontrerò il rettore per decidere come intervenire. Cioè se togliere i riferimenti uomo-donna dai bagni, o prevedere un simbolo neutro, o di un terzo genere. L’iniziativa degli studenti di attaccare in modo autonomo i cartelli – ha aggiunto – l’abbiamo colta di buon grado: è stato una specie di promemoria, un messaggio perché non ce ne dimesticassimo, cosa che garantisco non è avvenuta. Gli studenti ci hanno voluto lanciare un segnale, sul quale ci trovano perfettamente d’accordo. Purtroppo questa iniziativa, concordata con studenti e docenti, è rimasta ‘congelata’ causa covid per oltre un anno. Ma entro giugno, se non prima, sarà terminata”.


Dopo il restauro torna a casa a Santa Maria del Giudice il busto di Dante

Calci, insediato il nuovo consiglio comunale dei ragazzi