Un percorso che prosegue e, passo dopo passo, concretizza i tanti obiettivi che alcune organizzazioni del territorio, supportate dall’amministrazione comunale, si sono poste dando vita al cosiddetto cantiere per il Distretto di Economia Civile di Empoli. Nei mesi scorsi un ‘manifesto’ firmato da tutti i soggetti coinvolti pose le basi e gli scopi. Adesso una formale delibera della giunta comunale ha istituito il Distretto di Economia Civile di Empoli, il cui obiettivo è quello di promuovere e attuare il modello di sviluppo basato sui principi dell’economia civile.

Di cosa si tratta?

Il Distretto di Economia Civile di Empoli è non solo un luogo per ripensare lo sviluppo locale in chiave sostenibile e dunque civile attraverso la collaborazione e la partecipazione attiva di tutte le realtà che vivono sul territorio, siano esse aziende, soggetti economici, terzo settore o istituzioni.

È anche un laboratorio dentro il quale lavorare in maniera condivisa mettendo al primo posto la difesa dell’ambiente, l’inclusione sociale e lo sviluppo di comunità, dando forza ad un nuovo modello economico.

«La riflessione sul distretto dell’economia civile – sottolinea il sindaco Brenda Barnini – era iniziata prima della pandemia e sicuramente gli eventi di questo ultimo anno e mezzo hanno rafforzato il convincimento che ci sia bisogno di un cambio di paradigma. Il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per provare a farlo e come amministrazione vogliamo coinvolgere e incoraggiare tutti gli attori sociali protagonisti del cambiamento».

«Inseguendo un sistema economico che aveva quale unico obiettivo la ricerca esasperata del profitto, l’uomo ha distrutto l’ambiente e provocato la crescita senza limiti delle disuguaglianze sociali. È giunto quindi il momento del cambiamento.  L’economia civile – fa presente l’assessore alle politiche sociali Valentina Torrini – può costruire il modello di riferimento su cui costruire questo cambiamento, perché ha come obiettivo la felicità pubblica e non la massimizzazione del profitto e perché mentre si preoccupa di  produrre la crescita e quindi la ricchezza, è capace di generare contestualmente anche inclusione sociale e migliorare l’ambiente, senza rimandare questo compito ad un momento successivo, a cui puntualmente nessuno adempie.  Siamo consapevoli che perché si realizzi davvero, anche ad Empoli, questo cambiamento, abbiamo bisogno del protagonismo degli attori e delle realtà presenti sul territorio. Per questo oggi costituiamo formalmente un distretto dell’economia civile: un ambiente aperto, inclusivo, in cui terzo settore, istituzioni pubbliche, realtà economiche e società civile possano assieme analizzare le dinamiche presenti in città, darne una lettura critica e proporre nuove soluzioni, creando innovazione sociale. Alcuni risultati di questo lavoro che abbiamo già intrapreso da qualche anno sono già sotto gli occhi di tutti, penso all’Emporio Solidale Empoli e al progetto digitale civile, mentre altri sono in cantiere. Ci tengo a ringraziare tutte le organizzazioni che hanno contribuito alla nascita del cantiere del distretto, che oggi vede coinvolte oltre 30 realtà. Le realtà che volessero aderire possono scrivere direttamente alla mia email personale v.torrini@comune.empoli.fi.it».

Il manifesto sottoscritto mesi fa si fonda su tre pilastri e propositi: realizzare azioni capaci di rispondere alle fragilità sociali e che tengano conto della sostenibilità ambientale, costruire infrastrutture relazionali fondate sulla reciprocità, sullo scambio non solo economico e sull’innovazione sociale, ambientale ed economica. Chi ha sottoscritto il Manifesto si impegna a sviluppare una coalizione aperta tra soggetti diversi che, ognuno con la propria identità, componga una rete di esperienze, persone e sistemi organizzati che si riconoscono nei principi nell’economia civile e nella metodologia di azione.

I partecipanti si sono divisi in gruppi di lavoro. Sette aree di intervento che hanno già dato risultati per dotare la nostra comunità di nuove infrastrutture sociali a servizio del benessere delle persone, per rafforzare circuiti economici essenziali per innovare il nostro modello di sviluppo, per promuovere il sostegno alimentare e per contrastare il divario digitale.

Fondazioni di comunità: per costituire anche sul nostro territorio questo soggetto volto alla promozione del dono per il bene comune. Piattaforma comunità: per studiare le buone pratiche attive nel territorio nazionale e non solo; intende predisporre uno strumento digitale che rafforzi le relazioni sociali e incroci i bisogni della popolazione con la vivacità del territorio. Regolamento per la gestione dei beni comuni: in armonia con le previsioni della Costituzione e della Legge Regionale, l’obiettivo è quello di disciplinare le forme di collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani. Digital Divide: per progettare interventi per ridurre il divario digitale, sia reperendo pc da destinare a persone in difficoltà, sia attivando formazioni di alfabetizzazione tecnologica. Tavolo che ha già dato vita al progetto Digitale Civile.

Economia circolare: si occupa di intercettazione le filiere del riuso già esistenti nella comunità, mettendole in rete. Progetta poi campagne formative e pubblicitarie sul riuso. Sostegno Alimentare: al fine di realizzare progetti per sostenere da un punto di vista alimentare la popolazione, riducendo anche gli sprechi alimentari in modo da destinare alle famiglie in difficoltà i beni raccolti. Punta su una rete che coinvolga non solo i grandi centri commerciali ma anche i piccoli negozi di vicinato, rivolgendosi all’intera filiera, dalle eccedenze agricole a quelle commerciali. Questo tavolo ha già realizzato il progetto dell’Emporio solidale d’Empoli, lavorando secondo il metodo della sussidiarietà circolare con gli enti del terzo settore del territorio.In via di definizione un progetto per abbattere gli sprechi.


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