Materie prime introvabili, ritardi nelle consegne fino a 25 giorni e calo della redditività che sta compromettendo la ripresa di settori chiave come quello manifatturiero che conta nella provincia di Massa Carrara circa 2.500 imprese.

Un’impresa apuana su tre è stata costretta a ricercare nuovi fornitori non sempre purtroppo riuscendoci. Boom per il costo della materia prima ferro che in un anno è aumentato del 50,2%. Ma sono in generale, tutti i principali metalli utilizzati nella manifattura, ad aver subito rincari spaventosi negli ultimi 5 mesi: + 45% laminati, +37,1%, acciaio inox del +37,1%, + 31,4% rame. Nel segmento del legname si segnalano il rincaro dell’abete pari al 39,4%, pino +32,5%, noce +25,9%. Le ceramiche si sono invece fermate al + 11%. Rialzi molto consistenti anche nelle plastiche con il polipropilene che supera il 30%, il Pvc segna un +22,8%. I semilavorati per la meccanica mostrano un aumento medio dei prezzi del 25,5% mentre più contenuta la componentistica elettronica che si attesta al 17,2%. Ai rincari per le materie prime e beni intermedi della manifattura vanno sommati quelli dell’edilizia che stanno vanificando i benefici del superbonus dove si segnalano aumenti del +16% per i materiali termoisolanti, + 14,6% dei materiali per gli impianti, + 9,4% malte e collanti del 9,4% e per i laterizi 11,3%, mentre nel settore dei serramenti l’aumento si è contenuto intorno al 10%.

A dirlo è una indagine di Cna su un campione di imprese locali e su 28 materie prime. La fotografia presenta tinte fosche, il 55% subirà una contrazione della redditività (quasi il 70% nella chimica), un’impresa su sei teme rallentamenti dell’attività e una su cinque un calo di ordini e fatturato (24,3% per le micro imprese e 10,9% per quelle con più di 10 addetti). Inoltre i rialzi delle materie prime potrebbero generare spinte inflazionistiche e mortificare la ripresa della domanda con riflessi negativi anche sull’occupazione.

“La nostra preoccupazione – analizza Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara – è che si vanifichino gli sforzi messi in campo dal governo a favore dei cittadini e dell’abbattimento dell’inquinamento. Il dubbio è che qualcuno faccia il furbo per speculare sugli aiuti statali. Come associazione chiediamo ai rappresentanti locali in parlamento di attivarsi per aprire una indagine su questi fenomeni che mettono a dura prova il sistema produttivo e tutta la filiera delle costruzioni. Chiediamo inoltre di intervenire con moratorie a favore delle imprese per eventuali ritardi causati dalla mancanza di materia prima nelle consegne lavori”. 

Tra le contromisure il 67,8% del campione ha cercato di rinegoziare proposti al cliente, quota che sale al 71% tra le imprese con oltre 10 dipendenti e supera l’87% nel settore della chimica. Per arginare i rincari un’impresa su tre è alla ricerca di nuovi fornitori, strategia adottata dal 40% delle imprese dell’elettronica e dal 36,8% della meccanica-automotive. Nel complesso le imprese di minori dimensioni devono scegliere tra la forte contrazione dei margini di profitto e la possibilità di perdere il cliente. 

Le imprese valutano con preoccupazione anche l’allungamento dei tempi di consegna dei materiali che in media mostrano una dilatazione di 25 giorni con punte nella componentistica elettronica (40 giorni in più), polipropilene e poliuretano (33 giorni), laminati e reti metalliche 31 giorni. Slittamenti contenuti per coloranti e vernici (11 giorni), adesivi e sigillanti (17 giorni).

Per informazioni vai sul sito www.cna-ms.it oppure pagina ufficiale Facebook @cna.massacarrara


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