Fimmg Pisa denuncia l’aggressione e le minacce contro una giovane dottoressa di medicina generale da parte della figlia di una paziente che voleva impedire alla madre di sottoporsi al vaccino

Luca Puccetti, segretario provinciale di Fimmg Pisa: “Ennesimo episodio che rappresenta il clima di intolleranza e di violenza nei confronti dei medici. Atto di contestazione verso l’intera categoria. Urgente una legislazione realmente efficace”

La Federazione italiana dei medici di medicina generale – FIMMG Pisa segnala il gravissimo episodio avvenuto ieri ai danni di una dottoressa di medicina generale che, nell’ambulatorio dove sta sostituendo il medico titolare, è stata aggredita verbalmente e minacciata dalla figlia di una paziente ultra80enne che da tempo desidera sottoporsi al vaccino ma viene ripetutamente ostacolata. Si tratta del secondo episodio che vede vittima la stessa professionista, che ha chiamato le forze dell’ordine e ha dato mandato al suo avvocato di intraprendere la conseguente azione legale. 

Di seguito il racconto della dottoressa che chiede di restare anonima per timore di ritorsioni: 

“Una paziente ultra80enne, aveva più volte espresso la sua volontà di vaccinarsi; in più occasioni è però capitato che la figlia si opponesse, per motivi ‘ideologici’, a farla vaccinare. In un caso, la signora – che era già stata inserita nella lista – non si è presentata all’appuntamento perché la figlia l’ha annullato. La madre si era allora ripresentata in ambulatorio per chiedere un altro appuntamento, ma purtroppo ormai le liste vaccinali erano già chiuse. Le ho così indicato l’indirizzo dell’hub vaccinale, che in quel momento era a ingresso libero. Anche in questo caso, la signora non ha potuto vaccinarsi proprio perché la figlia si è rifiutata di accompagnarla. La donna è così ritornata in ambulatorio e le abbiamo fornito il numero verde regionale.

Dopo questo ulteriore tentativo, però, abbiamo visto irrompere la figlia, che ha interrotto violentemente una visita che stavo svolgendo, spalancando fra urla e minacce la porta dell’ambulatorio. Sosteneva che io non sapevo nulla della madre, che quindi non dovevo vaccinarla perché noi medici lucriamo sulla campagna vaccinale e mi ha minacciato più volte dicendomi che mi avrebbe messo le mani addosso subito o che sarebbe tornata apposta per farlo.

Dopo che per molti minuti non mi è stato possibile riprendere l’attività ambulatoriale a causa della sua presenza minacciosa, anche in rispetto degli altri pazienti che erano presenti. Ho chiamato i carabinieri, spiegando loro la situazione al telefono. Quando hanno provato a parlare con la signora, lei ha ripetuto le accuse nei miei confronti anche a loro, e poi ha chiuso bruscamente la chiamata. Quando però la signora ha capito che le forze dell’ordine sarebbero arrivate in ambulatorio, se n’è andata, promettendo di ritornare per picchiarmi. Naturalmente siamo molto scossi da questo episodio”.

Due settimane fa, la stessa dottoressa ha subìto una intimidazione da parte di un altro paziente. “Durante una telefonata – racconta – in cui gli consigliavo di fare il vaccino per tutelarsi viste le sue patologie (dopo che lui stesso aveva chiesto delucidazioni in merito) ha dato in escandescenze, inveendo fuori di sè che i medici sono corrotti, che la campagna vaccinale è dannosa, e simili. Credevo fosse finita lì, ma il giorno seguente il paziente si è presentato in ambulatorio, cercando di intimidirmi dicendo ‘sono venuto per vederti in faccia’, urlando minacce, offese, turpiloquio, impaurendo molto il personale dello studio e i pazienti, visibilmente alterato”.

 “Questi episodi – commenta la dottoressa – ci turbano profondamente perché danno la cifra di un’ampia situazione sociale in cui molte incertezze stanno ribollendo a più livelli, creando instabilità nel comportamento delle persone. Sarebbe indispensabile una profonda riflessione su quali informazioni sono vere e quali false, quali sono i criteri per discriminarle, che portata hanno le sicurezze scientifiche, a cosa servono, ecc. Vivere, come noi, in prima linea su un simile  campo di battaglia è un compito quasi ingestibile. Queste tensioni sono di certo l’espressione di paure diffuse, ignoranza; ma i medici hanno difficoltà a trovare gli strumenti per essere figure socialmente affidabili, e i pazienti dimostrano – specie in questa pandemia – di reagire visceralmente a questa mancanza di certezze.

Il paradosso che ne esce, è che mentre noi siamo al servizio delle persone, ci troviamo quotidianamente in una trincea di cui sia pazienti che medici diventano parimenti vittime.”

Luca Puccetti, segretario di Fimmg Pisa, così commenta: “E’ inaccettabile che chi è in prima linea sia sottoposto a queste aggressioni assolutamente intollerabili. Questo fatto dimostra quanto sia necessaria e urgente una legislazione realmente efficace contro le aggressioni dei sanitari. Quella vigente non risolve i problemi”. Per Puccetti, quello subìto dalla dottoressa, “è l’ennesimo episodio che denuncia il clima di intolleranza e violenza nei confronti dei medici da parte di una frangia, piccola ma sicuramente ed estremamente pericolosa, perché aggressiva e fra l’altro causa della interruzione di un servizio pubblico. Quanto avvenuto rappresenta inoltre una aggressione verso tutta la categoria perché mette in discussione l’operato della sanità pubblica in un momento di emergenza che dovrebbe vedere una alleanza tra medici e pazienti per sconfiggere questa epidemia”. “Posizioni come quelle che sono emerse dall’aggressione alla collega sono dunque da stigmatizzare e punire. Mi auguro che ci sia una presa di posizione forte: la collega ricorrerà alle vie legali e noi come sindacato la sosterremo in ogni fase in cui la vicenda avrà luogo, compresa quella giudiziaria”.


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