Un addio doloroso ed emozionante quello che è si è svolto al Palazzo delle Esposizioni di Empoli, dove questa mattina si sono svolti i funerali con rito civile di Sauro Cappelli.

Le istituzioni, le associazioni, le forze dell’ordine, parenti e amici, il figlio Carlo e la nuora Debora.

Tutti hanno voluto partecipare all’estremo saluto all’ex assessore e presidente onorario dell’Aned di Empoli.

Una cerimonia civile di fronte a una sala con sedute distanziate e con una diretta facebook che ha permesso a molti di seguire il rito da casa.

Un evento istituzionale aperto dalle note del tema del film La Vita è Bella. Sulla bara il foulard di Aned, la sciarpa dei tifosi dell’Empoli e la maglia del centenario della squadra  che amava, ma anche la bandiera del suo partito democratico e le rose portate dalle giovani dell’Aned.

Ha aperto gli interventi il sindaco Brenda Barnini, visibilmente commossa, ha proseguito Don Guido Engels, proposto di Empoli, quindi il presidente di Aned Alberto Michelucci, il segretario del PD Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini, il presidente dell’Empoli FC Fabrizio Corsi, il presidente del Consiglio Comunale Alessio Mantellassi, quindi Claudia Heimes ha letto la lettera del sindaco di Sankt Georgen under Gusen, città austriaca gemellata con Empoli, e il senatore Dario Parrini ha concluso.

Ha terminato la mattinata di saluto a Sauro la musica della chitarra di Vincenzo Mollica e del violino di Elena Rocchini che hanno suonato e cantato la Libertà di Giorgio Gaber e Bella Ciao.

Erano presenti i sindaci e i rappresentanti dei Comuni dell’Unione Empolese Valdelsa,la giunta comunale di Empoli, numerosi consiglieri comunali, forze dell’ordine cittadine e poi ANPI, Croce Rossa Italiana, Pubbliche Assistenze e SPI CGIL.

«Grazie a tutti coloro che sono qua. La presenza di tutti noi – ha detto il sindaco Brenda Barnini – testimonia come Sauri fosse patrimonio e bene comune per tutto il territorio, non solo di Empoli, ma dell’Empolese Valdelsa. Sono necessarie tante voci per raccontare Sauro Cappelli, ecco perché abbiamo deciso di far parlare tante persone. La sua figura è destinata a diventare leggenda, ma forse già lo era.  Sono felice che sia questo abbraccio collettivo per lui. C’è il Comune, la Chiesa, le associazioni, le istituzioni, il partito e la partita. C’è la città. Perché Sauro è stato Empoli nella maniera più semplice e autentica possibile. Amavamo i suoi difetti come tutto il resto.  Parlare di lui era parlare di Empoli, alla nostra città ha dedicato la vita intera. Prima come assessore, poi con un impegno infaticabile con Aned. Trovo straordinario che dopo aver dedicato venti anni e uno – come diceva lui – nell’amministrazione, abbia allo stesso modo speso i successivi venti anni ancora nella comunità. Siamo di fronte a una persona che rappresenta un Gigante per la cosa pubblica. Difficile da eguagliare. Sauro era uno dei protagonisti della crescita nel periodo di Mario Assirelli. Contribuiva a rappresentare i cittadini. Poi con Silvano Calugi e Varis Rossi ha contribuito al consolidamento della crescita cittadina. E poi, anche se non più amministratore, è sempre stato a fianco di Vittorio Bugli, Luciana Cappelli e al mio fianco. Le nuove generazioni si sono aggrappate alle sue parole. Con lui si era creato un legame profondo e umano. Solo come può avvenire fra i salti generazionali. Per questo due anni fa ha ricevuto il Sant’Andrea d’oro. Per rendergli merito.

Lui ci ha insegnato l’importanza delle cerimonie, non per la gloria di chi parla ma per l’importanza di chi ascolta. Incarnava la saggezza e il senso delle istituzioni. La promessa è che non ti dimenticheremo, che continueremo a camminare in quel solco, insieme alla tua nipotina Gemma che porterò con sé il lascito più autentico».


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