Nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pontassieve hanno deferito in stato di libertà due donne nomadi di 19 e 23 anni, di origini serbe, per possesso ingiustificato in concorso di un grimaldello. Nel corso di un servizio predisposto per la prevenzione e il contrasto ai reati predatori, una pattuglia ha notato le due giovani donne, entrambe incinte, che si aggiravano con fare sospetto nella zona dei Villini, osservando cortili e portoni probabilmente alla ricerca di potenziali vittime o di edifici ove introdursi. Sottoposte a controllo e perquisizione, occultata nella borsa della più giovane è stato rinvenuto un grimaldello della lunghezza di circa 15 cm, attrezzo tipicamente usato per forzare le serrature delle abitazioni. Per le due donne, gravate da numerosi precedenti specifici ed in possesso di parecchi alias, peraltro scarcerate da poche settimane dopo l’ultimo arresto in flagranza, è così scattata la denuncia in stato di libertà.

Alle ore 20 circa del 29 luglio 2020, cinque albanesi (tra cui una donna), tutti incensurati e da anni residenti nel figlinese ove hanno le proprie attività lavorative, diedero vita ad un’accesa rissa, anche con l’ausilio di coltelli e manubri da palestra.
Lo scontro, che vedeva contrapposto un nucleo familiare di quattro soggetti ed un altro connazionale, fu il culmine violento di una diatriba economica per dei lavori edili, non saldati e che perdura da anni, sulla quale gli interessati non si sono mai messi d’accordo. I Carabinieri della Compagnia di Figline Valdarno, che erano prontamente intervenuti a seguito delle diverse segnalazioni giunte al 112 dalle varie persone che passeggiavano lungo Corso Mazzini e Corso Matteotti, appurarono che lo scontro era iniziato tra due soli uomini, per poi divenire rissa con l’azione a sostegno di uno di loro dei propri familiari, con l’utilizzo, nella circostanza, di coltelli da cucina, di un coltello a serramanico e di due manubri per pesi da palestra, tutto materiale rinvenuto sul posto e debitamente sequestrato. A seguito della rissa, tre dei soggetti coinvolti ricorsero alle cure mediche, riportando rispettivamente:
– un trauma cranico non commotivo con contusione della spalla sinistra;
– un politrauma con multiple ferite lacero contuse sul cuoio capelluto e sul braccio destro, oltre alla frattura del seno mascellare, dell’orbita e dello zigomo sinistri;
– ferite da punta e taglio all’addome, al diaframma ed al torace, con ricovero presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli, ove, giudicato in pericolo di vita e sottoposto ad alcuni interventi chirurgici, ne veniva successivamente dimesso.
Nel tardo pomeriggio del 3 settembre 2020, a conclusione delle indagini sull’evento e, in accoglimento da parte dell’Autorità Giudiziaria delle risultanze investigative esperite, i Carabinieri della Compagnia di Figline Valdarno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Firenze nei confronti dei responsabili.
In particolare B.E., trentenne albanese residente a Figline e Incisa Valdarno (FI), è stato sottoposto agli arresti domiciliari perché indagato per rissa e tentato omicidio di connazionale, mentre gli altri quattro, coindagati per il reato di rissa, sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G..


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