“Siamo preoccupati per le gravi condizioni del cavatore di 60 anni di Gorfigliano che nei giorni scorsi è rimasto ferito mentre era al lavoro nel bacino di Vagli Sotto, sul monte Pallerina, colpito da un grosso masso alla testa. Siamo vicini alla famiglia e auguriamo una pronta guarigione”. A parlare è Daniele Giuseppe Marsili a nome del sindacato Feneal Uil. In attesa di buone notizie da Cisanello, dove il cavatore è stato trasportato in codice rosso, Marsili prende spunto dalla vicenda per denunciare quanto invece sta accadendo sui social dove le minacce di morte ai cavatori e ai lavoratori del lapideo diventano sempre più frequenti. L’ultima pochi giorni fa augurava il crollo di tutte le cave con i lavoratori dentro. “Siamo rimasti senza parole. Prima tanta amarezza poi un senso di frustrazione mescolata alla rabbia perché ormai la discussione sulle cave è degenerata e sta lacerando il tessuto sociale del territorio, di Carrara in prima battuta. E’ stato passato il limite – incalza Marsili – perché qui non si tratta più di discutere civilmente sul ruolo del marmo, di un’attività estrattiva sicura e sostenibile. Siamo arrivati ad augurare la morte a dei cittadini, a dei lavoratori che fanno il loro dovere per portare a casa lo stipendio, dare da mangiare alla famiglia o pagare il mutuo. Messaggi pieni di rabbia e aggressività che arrivano in un momento estremamente delicato e in un periodo storico in cui il lapideo sta comunque cambiando molto: c’è molta più sicurezza in cava come nei laboratori al piano rispetto al passato, le escavazioni sono regolamentate con precisione e le attività sono tenute sotto stretto controllo dal Comune, dalla Regione, da Arpat e dalle forze dell’ordine. Un settore che nonostante lo stop per il Covid19 sta tenendo in piedi buona parte dell’economia apuana e ha pure fatto tante assunzioni in queste settimane anche se le incognite sul futuro sono tantissime. Frasi come queste rischiano di essere la goccia che fa traboccare un vaso già colmo, scatenando tensioni sociali fra cittadini che difficilmente saranno poi sanabili nel breve termine”. La richiesta della Feneal Uil è chiara: “Cerchiamo di riportare la pace. Discutere va bene ma nei limiti della normale dialettica politica e civile perché queste parole che offendono chi ha perso un proprio caro, morto mentre svolgeva il suo lavoro in cava. E siamo in tanti ad aver perso parenti e amici negli anni passati”.


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