La legge di Bilancio 2020 cambia le regole previste per il recupero delle spese detraibili ai fini Irpef, stabilendo che si potranno detrarre solo quelle sostenute con pagamenti tracciabili: in altre parole, se si pagano le spese mediche o il mutuo in contanti si perde il diritto di usufruire del risparmio fiscale.
“A Firenze abbiamo circa 200mila soggetti che presentano la dichiarazione dei redditi, con una spesa media di oneri detraibili pari a 500 euro – spiega il direttore generale di Confartigianato Imprese Firenze, Jacopo Ferretti – Di questi 500 euro, il 19% è detraibile e quindi abbiamo un risparmio fiscale di 95 euro per ciascun dichiarante. Moltiplicando per 200 mila, fanno 19 milioni. Possiamo ragionevolmente ipotizzare che il 50% delle transazioni venga fatto in contanti e questo significa che le famiglie fiorentine rischiano di perdere circa 10 milioni che fino ad oggi sono rientrati nelle loro tasche attraverso il meccanismo delle detrazioni”.
Questa la lista delle spese alle quali si applica l’obbligo di pagamenti tracciabili: interessi passivi mutui prima casa; intermediazioni immobiliari per abitazione principale; spese mediche, veterinarie e funebri; frequenza scuole e università; assicurazioni rischio morte;, erogazioni liberali; iscrizione ragazzi ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi; affitti studenti universitari; canoni abitazione principale; addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza; abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionali.
“La battaglia contro l’uso dei contanti rischia di mietere vittime incolpevoli – commenta Ferretti -. Come si dice a Firenze si rischia di punire il buono per il peccatore. Per pagare queste spese, infatti, i contanti si potranno ancora usare ma si perderà la possibilità di detrarre le spese sostenute: è evidente il proposito di disincentivare il ricorso al contante, pur senza vietarlo, cosa di per sé impossibile. Il risultato di queste politiche è solo quello di far perdere danari preziosi alle famiglie, che già vivono momenti di difficoltà. Una lotta seria all’evasione passa dai grandi patrimoni, non dalla retta per la scuola dei figli o dalle spese per il dentista”.