Sepsi, la Toscana si sta attrezzando per intervenire in modo sempre più rapido ed efficace. Il documento Call to Action dà le linee di indirizzo, e domani, mercoledì 19 dicembre, a Careggi, un evento rivolto ai professionisti della Aou.

La sepsi è una reazione infiammatoria, sistemica e potenzialmente mortale a un’infezione che colpisce tutto il corpo e danneggia i suoi organi. Può essere causata dalla maggior parte dei microrganismi: batteri, funghi, virus e parassiti. In Europa, tra il 20 e il 30% di casi di sepsi si verificano in ospedale a causa di infezioni associate all’assistenza sanitaria.

La situazione epidemiologica in Toscana è in preoccupante evoluzione: dal 2012 al 2017 i ricoveri si sono accresciuti del 33% e oggi, secondo le stime più recenti, sono attesi oltre 15.000 casi di sepsi o shock settico all’anno. La sepsi può essere fatale senza un trattamento rapido ed efficace con sostanze antimicrobiche, liquidi e altre misure cliniche appropriate.

Per questa ragione la si può definire come una patologia tempo-dipendente, al pari dell’ictus o dell’infarto miocardico, e impone una risposta sanitaria rapida, che presuppone una diagnosi altrettanto tempestiva e soprattutto accurata. Va ricordato che, in coloro che sopravvivono, la sepsi può lasciare importanti sequele. La casistica toscana mostra come un paziente su cinque, ospedalizzato per sepsi, necessiti di un nuovo ricovero entro un mese dalla sua dimissione.

Per far fronte a questa emergenza la Regione Toscana ha predisposto un nuovo modello di azione: il documento di indirizzo si chiama Call to Action, e chiama in causa tutti gli attori del servizio sanitario.

L’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi è stata fra le prime ad attivarsi per rispondere alla chiamata e a mettere in atto azioni concrete. Il prossimo 18 dicembre è stato organizzato, in collaborazione con il Centro gestione Rischio Clinico e Sicurezza delle Cure della Regione Toscana, un evento rivolto ai professionisti dell’Azienda ospedaliera universitaria per individuare le az ioni concrete per mettere in atto il percorso.

Si tratta dell’avvio di un percorso multidisciplianare che vedrà coinvolti gli operatori della parte medica, chirurgica e materno infantile e del pronto soccorso, oltre alla terapia intensiva. Il progetto si basa sull’esperienza messa in atto a livello aziendale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e il buon uso degli antibotici e avrà come perno l’infettivologia e la microbiologia.

Il gruppo di lavoro tecnico si avvarrà a livello regionale del supporto del Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana e dell’Agenzia Regionale di Sanità.

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ultimo aggiornamento: 17-12-2019


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