Lo spettacolo è una satira teatrale sulla resistenza femminile liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle monache Clarisse di Udine
Terranuova Bracciolini (Ar), 2 ottobre 2019 – Quando nasce la resistenza femminile in Italia? È questa la tematica al centro de “La semplicità ingannata”, lo spettacolo di e con Marta Cuscunà in programma venerdì 4 ottobre alle ore 21.15 all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini (AR), all’interno della rassegna Diffusioni, a cura di Kanterstrasse Teatro, in collaborazione con Rete Teatrale Aretina, inserito nel programma del festival dello Spettatore di Arezzo.
La rappresentazione anticipa la stagione eventi 2019/2020 de Le Fornaci a cura di Valdarno Culture e Kanterstrasse e costituisce il primo appuntamento della stagione teatrale Diffusioni a cura della compagnia Kanterstrasse Teatro
Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle monache Clarisse di Udine, “La semplicità ingannata” (seconda parte della trilogia dedicata alla resistenza femminile insieme a “È bello vivere liberi! del 2009 e “Sorry, Boys” del 2015) è una satira teatrale che racconta da quali semi è nata la rivendicazione delle donne nel Cinquecento, nel tentativo di ridare slancio a una rivoluzione di cui non si sente molto il bisogno di parlare.
“Con questo progetto teatrale – si legge tra le note di regia di Marta Cuscunà – vorrei dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile, e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità”.
“Nel Cinquecento – continua Cuscunà – avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio. Avere una figlia femmina equivaleva a una perdita economica. Certamente una figlia bella e sana era economicamente vantaggiosa perché poteva essere accasata con una dote modesta, mentre una figlia meno appetibile o con qualche difetto fisico prevedeva esborsi assai più salati. Purtroppo però, in tempi di crisi economica, il mercato matrimoniale subì un crollo generalizzato e alla continua inflazione delle doti si dovette porre rimedio trovando una soluzione alternativa per sistemare le figlie in sovrannumero: la monacazione forzata”.
In quel contesto, le monache del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di Resistenza davvero unica nel suo genere. Queste donne trasformarono il convento udinese in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Ovviamente l’Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sul convento e su quella comunità di monache, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un’alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita.
Aggiunge la regista Marta Cuscunà: “Ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei e vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo. Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come “eresia”, “dote” assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la “monaca forzata” diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto. La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo”.
Biografia Marta Cuscunà
Nata a Monfalcone nel 1982 si è avvicinata al teatro con il laboratorio Fare Teatro ideato e condotto dall’attrice Luisa Vermiglio e si è formata con Prima del Teatro, Scuola Europea per l’Arte dell’Attore. Nel 2009 ha vinto il Premio Scenario Ustica con il suo primo lavoro “È bello vivere liberi!”.
Nel 2012 ha ricevuto la menzione d’onore al Premio Eleonora Duse con “La semplicità ingannata”, vincitore del Premio Last Seen 2012. Nel 2016 è stata finalista ai Premi Ubu come migliore attrice/performer. Il suo lavoro “Sorry, Boys” è vincitore del Premio Rete Critica 2017. Nel 2019 riceve il premio Hystrio / Altre Muse.
Info e prenotazioni: kanterstrasse.info@gmail.com // t. +39 377 98 78 803; biglietto intero: € 10; ridotto (under 26; over 65; spettatori erranti; soci coop centro italia): € 7; bambini sotto 11 anni € 5; operatori (su richiesta; inviare email di accredito): € 3. Biglietteria aperta un’ora prima dello spettacolo.
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