Un metodo, una governance del fiume. Il Contratto di Fiume Cornia è il primo che la Regione Toscana sottoscrive, ma il modello è valido e può essere esteso anche ad altri fiumi della Toscana per concentrare impegno e attenzione verso un uso più attento della risorsa idrica.
L’assessora all’ambiente e alla difesa del suolo Monia Monni stamani era al Calidario Terme Etrusche di Venturina dove si è svolto l’evento conclusivo del Contratto di Fiume Cornia con la sottoscrizione da parte dei 55 firmatari, di cui 15 enti pubblici e circa 40 privati e associazioni
“Tutela delle acque, fruibilità, valorizzazione e partecipazione diffusa. Questa è la ricetta del contratto di fiume del Cornia- ha detto l’assessora Monni– , che non solo influenzerà la pianificazione regionale che si esprime nel Piano di Tutela delle acque, ma ne cambierà l’impostazione. Il Piano estrarrà la sua teoria anche da questa pratica molto concreta, in modo da massimizzare la sua efficacia. L’approccio olistico del contratto, che tiene assieme tutte le azioni necessarie alla tutela della risorsa idrica e alla valorizzazione ambientale e culturale del fiume, è un approccio integrato e integrale, consapevole che ogni elemento che introduciamo in un ecosistema ne modifica altri. Prezioso è anche l’aspetto educativo, che dissemina consapevolezza e responsabilità, soprattutto in questo momento in cui stiamo affrontando l’emergenza idrica probabilmente più critica degli ultimi 20 anni. La nostra Regione- ha proseguito Monni- , grazie a Bilancino e a Montedoglio, può affrontarla meglio di altre regioni, ma la durata prevista di queste condizioni meteoclimatiche non esclude che si dovranno mettere in atto, in alcune aree, razionamenti dell’uso dell’acqua. Sono necessarie 3 cose: ridurre ulteriormente le perdite, rafforzando il già importante impegno dei gestori; semplificare la realizzazione di piccoli invasi ad uso agricolo ad opera dei privati e realizzare piccoli invasi multifunzionali pubblici anche attraverso la collaborazione con i consorzi; coinvolgere i cittadini perché, ora più che mai, serve consapevolezza e responsabilità per evitare gli sprechi.
Da questo territorio – ha concluso – , dove la siccità è una costante anche in periodi meno critici, lanciamo un modello di governo della risorsa idrica che potrà essere replicato anche altrove, a partire dall’Arno”.
Il Contratto di Fiume può essere definito come un atto di impegno condiviso da diversi soggetti pubblici e privati interessati a vario titolo al corso d’acqua, che attraverso una visione comune e modalità di lavoro e di azione, si prefigge l’intento di perseguire la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socioeconomica sostenibile del sistema fluviale.
All’incontro di stamani che si è concluso con la firma del contratto, oltre all’assessora Monni sono intervenuti i sindaci di Campiglia Marittima Alberta Ticciati e di Suvereto Jessica Pasquini, il presidente di Anbi toscana Marco Bottino, il segretario dell’Autorità di bacino distrettuale Massimo Lucchesi, tecnici del Genio civile della Regione Toscana, assessori dei comuni coinvolti, rappresentanti della Provincia di Livorno, ricercatori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, associazioni di categoria, Arpat.
Il contratto è stato firmato, oltre che dalla Regione Toscana, dal Distretto dell’Appennino Settentrionale, dal Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, ASA SpA, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ARPAT, i Comuni di Campiglia Marittima, di Castelnuovo Val di Cecina, di Massa Marittima, di Monterotondo Marittimo, di Monteverdi Marittimo, di Piombino, di Pomarance, di Sassetta, di Suvereto e l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere, ordini professionali, associazioni di categoria e altre associazioni presenti sul territorio, istituti scolastici.
“La sottoscrizione del contratto conclude formalmente un percorso, ma in realtà getta le basi per un corso nuovo, una nuova modalità partecipata e condivisa per pianificare azioni e strategie che, mettendo al centro la risorsa idrica, sappiano coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. – ha aggiunto la sindaca di Suvereto Jessica Pasquini – La Val di Cornia è orgogliosamente laboratorio di buone pratiche e in una situazione in cui l’emergenza è ormai normalità serve dare corso a quanto abbiamo appreso col Life rewat con misure strutturali e serve che tutti gli enti firmatari, consapevoli dei nuovi scenari, sappiano lavorare in modo integrato per superare la lentezza della burocrazia e sappiano dare risposte adeguate a tutela della risorsa, territorio, della sua bellezza, dei cittadini e delle imprese.”
“Oggi più che mai i Contratti di Fiume sono una metodologia di governance che permette di perseguire obiettivi di qualità delle acque, contenimento dell’uso del suolo, sicurezza idraulica, incremento della biodiversità e qualità ecosistemica e paesaggistica semplificazione amministrativa, efficienza delle politiche – ha proseguito il presidente di Consorzio 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi – Il contratto di Fiume è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione ambientale del territorio senza derogare alla sicurezza idraulica”.
“Un lavoro articolato e complesso che ha visto questo comune in prima linea sui temi della gestione, utilizzo e risparmio della risorsa idrica – ha commentato la sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati – in continuità con una tradizione di attenzione alle questioni ambientali e sensibilità rispetto alle caratteristiche geomorfologiche e idrauliche del nostro territorio. Un risultato importantissimo, un unicum in Toscana che rappresenta una visione lungimirante e di prospettiva del bacino del Cornia. Da qui passa la pianificazione dello sviluppo economico e sociale, in stretta sinergia con la sostenibilità ambientale e la gestione del rischio. Un ringraziamento sentito al Consorzio di Bonifica 5 che con passione e convinzione ha guidato e guiderà questo virtuoso percorso e alla Regione, in particolare all’assessora Monni, per aver creduto in questo progetto e nella nostra determinazione”.
“Un contratto di fiume che arriva a concretizzarsi dopo un lungo percorso di confronto tra enti, un progetto che viene sintetizzato in una serie di azioni concrete da mettere in campo nei prossimi anni per la salvaguardia della risorsa idrica, un bell’esempio di cooperazione e condivisione tra enti che gestiscono un territorio come un unicum – ha concluso Giuliano Parodi assessore all’urbanistica del Comune di Piombino – Pianificazione e strategia, la ricetta per cominciare ad immaginare un futuro diverso per la Val di Cornia che non può più permettersi di agire sempre in emergenza. Il Fiume non più come un ostacolo da superare o un pericolo da cui difendersi ma il recupero della sua funzione primaria, un’infrastruttura naturale di collegamento tra i comuni, un luogo con un ecosistema da proteggere e valorizzare anche in chiave turistica”