I Carabinieri della Compagnia di Grosseto hanno notificato, nella serata di ieri, un provvedimento di obbligo di permanenza in casa nei confronti di un minore, attualmente indagato per i fatti occorsi alcune settimane fa nel centro di Grosseto, quando un gruppo di giovanissimi aveva aggredito un terzetto di propri coetanei, sottraendo ad uno di loro del denaro. Nell’immediatezza dei fatti, i Carabinieri avevano individuato alcuni componenti del gruppo di aggressori, nei confronti dei quali, all’esito delle prime attività di indagine dell’Arma, la Procura dei Minori di Firenze aveva aperto un fascicolo che vedeva i giovani identificati, indagati per rapina: i primi riscontri sul caso avevano portato all’emissione di un provvedimento cautelare, consistente nell’obbligo di permanenza in casa nelle ore serali e notturne, che aveva interessato due ragazzi.

Nei giorni seguenti si erano però verificati altri fatti: uno dei due minori già destinatari della misura, avrebbe avvicinato un ragazzo già vittima della prima aggressione, facendolo oggetto di minacce, all’apparente scopo di intimorirlo ed indurlo così a non raccontare quanto subito. A queste ennesime prevaricazioni, la giovane vittima ha però reagito, ed insieme ai genitori si è recato dai Carabinieri di Grosseto, raccontando le aggressioni verbali e fisiche subite, commesse dallo stesso autore senza un apparente motivo, se non quello di imporre l’arrogante supremazia del gruppo. Episodi, secondo il racconto fornito dalla vittima, verificatisi in periodi pregressi ai fatti per cui già si procedeva, ma anche successivi all’emissione della prima misura nei confronti degli indagati: il ragazzo sarebbe infatti stato avvicinato dall’indagato, il quale in compagnia di altri coetanei, e secondo la logica impositiva del gruppo, avrebbe messo in atto una ritorsione ai suoi danni, colpevole – secondo la sua visione – di averlo denunciato, provocandogli così conseguenze penali.

Questi gli elementi sulla base dei quali il GIP del Tribunale per i minori di Firenze ha emesso una nuova misura, più restrittiva, nei confronti del minore indagato: un nuovo obbligo di permanenza in casa, stavolta esteso a tutto il giorno, fatte salve esigenze connesse alla sua istruzione, sanitarie ed altre indifferibili. Una misura, per la precisione, emessa non in esito ad una accertata violazione della prima, ma sulla scorta di una constatata, sostanziale inefficacia, emersa con chiarezza alla luce delle risultanze raccolte dai Carabinieri, e che hanno palesato come le prescrizioni imposte nella prima fase, non avrebbero distolto il giovane destinatario dal porre in essere nuove e gravi condotte ai danni delle medesime vittime. Il tutto ha permesso di riconsiderare, in chiave sicuramente più restrittiva, il provvedimento da adottare nei confronti dell’indagato


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