“Rifiutarsi di leggere i nomi dei deportati significa non riconoscere l’orrore. Nessuno ha il diritto di negare o sottovalutare il peggior crimine della storia dell’umanità. Men che meno un rappresentante delle istituzioni”. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, esprime “forte indignazione” per l’atteggiamento della consigliera di Fratelli d’Italia a Massarosa, Michela Dell’Innocenti, che in Consiglio comunale si è rifiutata di leggere i nomi dei deportati della lucchesia a Auschwitz.

Nel corso della cerimonia per il Giorno della Memoria in Consiglio comunale a Massarosa, ogni consigliere era stato chiamato ad alzarsi e leggere il nome di un deportato, la data di nascita, il luogo e la data di morte. Tutti partecipano tranne la consigliera di Fratelli d’Italia che, dichiarano i consiglieri di maggioranza, “alza gli occhi dal cellulare affermando di passare oltre”.

“L’atteggiamento della consigliera, la nonchalance con cui ha dichiarato di procedere oltre a dimostrazione che la lettura non le interessava minimamente o, peggio, quasi la infastidiva, è semplicemente inaccettabile, vergognoso e molto pericoloso”, continua Mazzeo. “È un atto che condanno senza se e senza ma, perché di fronte a certi fatti e gesti simbolici non ci si può prestare ad atteggiamenti irrispettosi nei confronti delle vittime. Il Giorno della Memoria deve essere rispettatO ed essere al centro delle attenzioni delle istituzioni. E per questo stigmatizzo qualsiasi tipo di gesto, espressione e atto che tenti di cancellare o sminuire la più grande tragedia dell’umanità”.

“Abbiamo appena assistito a due aggressioni antisemite”, dichiara ancora il presidente, riferendosi ai fatti dei giorni scorsi di Campiglia Marittima e Firenze. “La Memoria non va mai banalizzata e svilita. Mai negata e resa sterile. Lo dobbiamo a ciascuna vittima. Sta a noi tutti, cittadine e cittadini, figure istituzionali in primis, difendere la democrazia, ricordare ciò che è stato per evitare e riconoscere e combattere ogni distorsione della Shoah”.


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