Presidente Giani: “Un premio al talento”.
Cerimonia a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Trentuno anni, la prossima estate debutterà a Londra con Mascagni.
Premio a Beatrice Venezi, pianista, compositrice e giovane direttore d’orchestra toscana: Pegaso della Regione per “la sua brillante carriera”, lei che, trentuno anni appena compiuti, di strada ne ha già fatta parecchia e sta portando “a giro per il mondo la musica italiana e gli autori toscani”. Puccini, Mascagni e Busoni, sopra a tutti.
A conferire il premio alla musicista è stato, nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, il presidente della Toscana Eugenio Giani. Una breve cerimonia, la consegna della statuetta e poi la firma, al primo piano del palazzo che si affaccia sul Duomo, sul libro su cui hanno apposto la loro sigla personaggi illustri di tutto il mondo, che il Pegaso prima di lei hanno ricevuto.
Fiera delle sue origini toscane, lucchese di nascita dove si è diplomata nel 2010 in pianoforte per poi proseguire gli studi al conservatorio di Milano, donna abituata a viaggiare per il mondo ma fortemente attaccata alla propria terra, Beatrice si è confessata onorata del premio, che “riconosce – ha detto – il lavoro fatto e che continuerò a portare avanti”. La prossima estate, ha raccontato, sarà a Londra con “L’amico Fritz” di Mascagni, il suo debutto nella capitale inglese, e tornerà in Giappone, con lo stesso Puccini con cui aveva debuttato. Tra le motivazioni del riconoscimento, non a caso, c’è anche “il suo impegno per la divulgazione ad un pubblico ampio e giovane della musica classica”. Lei, direttore principale ospite dell’Orchestra della Toscana, che già nel 2017 è stata inserita dal Corriera della Sera fra le 50 donne che si sono distinte nel mondo per professionalità e capacità – resistenti, anticonformiste, precorritrici, creative e femminili – e che, nel 2019, la rivista americana Forbes ha elencato tra i cento giovani under 30 leader nel mondo. E nel mondo non porta solo la musica toscana e italiana, ma anche la maestria degli artigiani orafi fiorentini, con la bacchetta-gioiello in argento creata per lei da Paolo Penko, funzionale ma anche artistica, con quell’impugnatura che richiama, con i suoi otto spicchi, la Cupola del Brunelleschi. Si è anche interessata alla musica elettronica. Ed ama sperimentare.
“Il Pegaso – ha sottolineato il presidente Giani – è il premio più significativo che la Regione conferisce: il nostro simbolo e il segno della modernità e del guardare al futuro, quel cavallo alato che nella mitologia aspira al dinamismo, alla libertà e quindi al talento”. “E di talento Beatrice, nei giorni scorsi co-conduttrice per una serata al recente festival di Sanremo – aggiunge sempre Giani – ne ha già dimostrato tanto: un talento di straordinaria potenzialità, anzi realtà. Basta leggere la suo biografia per rendersene conto”. Quindi l’invito e l’auspicio a guidare, da qui a tre anni, l’Orchestra della Toscana per un evento in occasione del centenario della morte di Puccini.
A margine della cerimonia non poteva mancare una domanda a Venezi sulla preferenza della declinazione al maschile o al femminile. Direttore o direttrice d’orchestra? Maestro o maestra? E’ noto infatti come la musicista preferisca la prima, pur consapevole di come il linguaggio possa condizionare il pensiero. “Io sono a favore – ha spiegato ai giornalisti – della battaglia che oramai da anni portano avanti le attrici in Inghilterra, le quali si vogliono far chiamare ‘actor’, attore, anziché ‘actress’: questo proprio per poter essere considerate allo stesso pari dei colleghi uomini, con lo stesso trattamento salariale”. Senza accentuare categorizzazioni, in omaggio anzitutto al talento. E proprio alla riscoperta dei talenti femminili poco valorizzati Venezi ha pubblicato di recente, a novembre del 2020, un libro intitolato “Le sorelle di Mozart”, dedicato per l’appunto a musiciste tante geniali ed innovative quanto dimenticate dalla storiografia ufficiale.