Come mai la Regione Toscana ha dato parere positivo all’incremento di attività lavorative e di costruzione in un’area considerata industriale che nel piano strutturale del 2006 era stata individuata come area satura per quanto riguarda le produzioni inquinanti e dove non era possibile procedere a nuovi insediamenti né ad aumenti delle produzioni inquinanti a parità di volume?
Ci sono misteri interessanti nelle scelte, probabilmente solo politche, visto che l’ampliamento di pochi posti di lavoro non ricompensa la perdita di valore del tessuto agricolo, danno al patrimonio di immagine e di salute a cui va incontro tutta la Valdelsa. Tra le altre cose pare che l’operazione fosse già stata proposta in altre regioni italiane che hanno “gentilmente” rifiutato la proposta. Ecco qui l’ultima nota arrivata in redazione dal Comitato di cittadini che si è creato per proteggere la Val d’Elsa.
È ferma la posizione del Comitato di Tutela e Difesa della Vald’Elsa sul parere già espresso durante l’assemblea pubblica on line del 26 febbraio, indetta dal Comune di Barberino Tavarnelle, in collaborazione con i Comuni di Certaldo, Poggibonsi, San Gimignano.
Infatti nell’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) n. 2582 del 19 febbraio rilasciata alla distilleria Deta dalla Regione Toscana per l’incremento dell’attività lavorativa sono state rilevate, dal nostro Comitato, delle criticità a partire dai valori delle emissioni. Tali criticità e le conseguenti risultanze (riportate in calce al comunicato) sono state comunicate in un documento inviato via Pec ai quattro sindaci della Valdelsa con la richiesta di aiutarci nel lavoro di contenimento degli impatti ambientali che stiamo portato avanti e di non avallare il protocollo di intesa.
Su tale AUA il Comitato si riserva inoltre di richiedere i documenti autorizzativi per valutare le modalità di procedimento che, per dettato legislativo – Dec. Lgs n. 52/2006 (Norme in materia ambientale) – prevede, nei casidi autorizzazione che stabilisce i limiti di emissioni,che l’autorizzazione sia rilasciata a seguito di un’istruttoria “che si basa sulle migliori condizioni tecniche di costruzione, (…) le emissioni provenienti da altre fonti, lo stato di qualità dell’aria nella zona interessata”.
Altra situazione di criticità si rileva nel fatto che si consente ad un’industria, per attività ritenuta insalubre, di decuplicare la sua produzione con un’AUA e un permesso a costruire, in un’area industriale che nel piano strutturale del 2006 era stata individuata come area satura per quanto riguarda le produzioni inquinanti e dove non era possibile procedere a nuovi insediamenti né ad aumenti delle produzioni inquinanti a parità di volume.
La suddetta prescrizione del piano strutturale è stata impugnata dalla ECOS s.r.l. (azienda che si occupa di trattamento e smaltimento di rifiuti industriali), che ha vinto il ricorso al TAR lo scorso dicembre, ma è anche vero che la sostanza della prescrizione individua un problema reale.
Inoltre da analisi fatte dal Comitato, emerge che la Distilleria Deta dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Mazzari SpA, tra il 2016 e il 2019 – a parità di dotazioni tecnologiche, fatto salvo il potenziamento del depuratore – è passata da lavorare 15/17.000 tonnellate di vinacce all’anno a 40/44.000 tonnellate, con un aumento del 250-300%.
Con l’AUA del 19 febbraio scorso, si consente a DETA di passare da 35.000 a 75.000 Nmc/h di emissioni al camino principale E1. Vuol dire che si consente di raddoppiare il volume delle vinacce lavorate, da 40/44.000 a 85/95.000 tonnellate. Inoltre si concede ancora di passare da 150 a 300 giornate lavorative all’anno, quindi un potenziale ulteriore raddoppio della produzione da 85/95.000 a 170/190.000 tonnellate di vinacce. Il limite di 40.000 tonnellate all’anno di vinacce comunicato dal Sindaco di Barberino Tavarnelle, nella suddetta assemblea on line del 26/02/2021 non è riportato in nessuna parte dell’ AUA, che di fatto non pone nessun limite alle quantità lavorabili.
Facendo due calcoli, la nuova AUA, consente a Deta di quintuplicare la quantità di Ossidi di Azoto, di triplicare quella delle polveri sottili, di decuplicare (quasi) quella del carbonio organico totale immesso nell’atmosfera. Con un camino che sputa il tutto a 60 metri, come brillante soluzione escogitata dalla nostra Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.
Calcoli delle emissioni in riferimento ai limiti imposti dalla nuova AUA
Con l’AUA del 2006 e la precedente gestione della DETA che lavorava metà delle 150 giornate consentite, le emissioni totali annue in atmosfera ammesse erano pari a
NOX: 35000Nm3/h*24h*75gg*650mg/Nm3= 40.950 kg
PM10: 35000Nm3/h*24h*75gg*150mg/Nm3= 9.450 kg
COT: 35000Nm3/h *24h*75gg*50mg/Nm3= 3.150 kg
Con l’AUA del 2021 e l’attuale gestione, le emissioni totali in atmosfera ammesse diventano pari a
NOX: 75.000 Nm3/h *24h*300gg*400 mg/Nm3= 216.000 kg
PM10: 75.000 Nm3/h *24h*300gg*50 mg/Nm3= 27.000 kg
COT: 75.000 Nm3/h *24h*300gg*50 mg/Nm3= 27.000 kg