Tommaso Fattori è il candidato presidente della regione per Toscana a Sinistra. Fattori si era candidato anche nel 2015 e nella legislatura appena terminata è stato consigliere. Organizzatore del primo Forum Sociale Europeo, tra il 2011 e il 2014 è stato consulente del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
A sostegno di Tommaso Fattori la lista civica Patto per la Toscana

Queste le nostre domande al candidato:

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

La volontà di proseguire e sviluppare il lavoro sul territorio avviato da tempo ma soprattutto l’obiettivo di governare questa regione con un progetto radicalmente alternativo al centrodestra e al PD. Serve un nuovo modello economico e sociale, con l’ambizione di costruire una Toscana felice.

Perché i toscani dovrebbero affidare l’incarico di portare fuori dalla crisi la regione alla sinistra che non ci è riuscita in 70 anni?

Perché rispetto al passato è cambiato il contesto, dato che ci troviamo in  mezzo ad una gravissima recessione. La vecchia politica, rappresentata da PD e Lega, non è in grado di proporre soluzioni all’altezza del problema e vaneggia, ad una sola voce, di grandi opere inutili e cemento. Si tratta di una classe dirigente inadeguata alla sfida che abbiano davanti. Occorre creare ora e subito posti di lavoro, assumendo in settori pubblici strategici come la sanità e finanziando piccole opere utili al territorio, e serve una regione imprenditrice e innovatrice, che in collaborazione con la ricerca universitaria e le comunità locali favorisca la conversione ecologica e la creazione di nuovi comparti produttivi strategici, capaci di dare lavoro di qualità e non precario. In questi anni Toscana a Sinistra è cresciuta, aggregando liste di cittadinanza, organizzazioni politiche e persone attive su questioni ambientali e del lavoro, anche tanti delusi del M5S.

Quale è la sua formula per venire incontro ai giovani senza lavoro come ai tanti ultra cinquantenni che per la crisi si troveranno senza le loro attività, indebitati (e quindi non potranno ripartire in proprio) e senza lavoro.

Per quanto riguarda il credito, pensiamo che il Monte dei Paschi di Siena debba restare una banca pubblica e aiutare famiglie e imprese. Il sistema bancario privato, con le sue lentezze e farraginosità, non è stato in grado di rispondere alle richieste di liquidità delle PMI, delle famiglie e di chi lavora. MPS dovrebbe a nostro avviso svolgere un ruolo decisivo in questo momento.

La situazione economica sembra non preoccupare poi molto visto che si parla soprattutto di emergenza sanitaria, quale è la sua ricetta “veloce” per iniziare a far risollevare l’economia toscana?

Crediamo che sia indispensabile orientare i cospicui fondi europei che arriveranno a breve e continueranno ad arrivare nei prossimi anni sulla conversione ecologia delle produzioni e sulla creazione di lavoro stabile. I soldi in arrivo da Bruxelles non devono essere distribuiti a pioggia ai soliti noti ma andare a finanziare, ad esempio, le opere indispensabili per il contrasto del dissesto idrogeologico, a terra e sui fiumi. Invece di pensare a grandi opere utili soltanto ai soggetti privati che le realizzano bisogna invece raddoppiare tutti i binari ferroviari unici, investire nella manutenzione delle strade e dei ponti che vengono usati ogni giorno dai cittadini. Ponti che altrimenti crollano come è accaduto ad Albiano. E investire sull’infrastrutturazione digitale, in particolare sulla fibra ottica. Questo porterebbe lavoro fin dall’immediato, dall’autunno.

Mancanza di turisti e città d’arte al collasso. Quale strategia vorrebbe utilizzare per andare in aiuto alle tante città d’arte toscane?

Pensiamo che gli effetti drammatici della pandemia sul settore turistico dovrebbero essere l’occasione per un profondo ripensamento di quello che fino a pochi mesi fa è stato il modello dominante. Noi vogliamo la transizione dal vecchio modello di turismo, centrato su quello che con un brutto termine si chiamano i “grandi attrattori” – la Torre di Pisa, gli Uffizi, il Duomo di Firenze, piazza del Campo a Siena -, ad un modello diffuso, verde, sostenibile, perché la nostra Regione è fatta di centinaia di musei minori, di scavi archeologici, di pievi romaniche, di piccoli borghi, di bellezze che sono diffuse su tutto il territorio, e che attraverso una forma di turismo sostenibile possono produrre una ricchezza diffusa sul territorio

Riguardo allo sviluppo integrato degli aeroporti di Pisa e Firenze quale è il suo parere in merito?

Siamo da sempre contrari alla nuova pista di Peretola che è del tutto incompatibile sia con il Polo Scientifico universitario sia con il parco agricolo della Piana, il polmone verde di una vasta area metropolitana. Se guarda la cartina vede che sarebbe come voler realizzare un aeroporto al posto del Central Park. Il Tar e il Consiglio di Stato, in più occasioni, hanno definito la nuova pista “incompatibile con il territorio e contraria all’interesse pubblico”. È evidente che l’aeroporto della Toscana è Pisa, da connettere strategicamente con il porto di Livorno, mentre Firenze non può che restare un piccolo city airport.

Cosa non ha funzionato nella gestione della sanità in Toscana?

Innanzitutto ci sono stati, all’inizio della crisi, evidenti ritardi per quanto riguarda l’approvvigionamento dei dispositivi sanitari e problemi nel reperimento di reagenti per l’analisi dei tamponi. Ma dalla crisi sanitaria Covid-19 dobbiamo soprattutto trarre un importante  insegnamento perché  è emersa con evidenza la necessità di rafforzare i servizi pubblici per rispondere ai bisogni fondamentali delle persone. Quando si sta male si ha bisogno di una sanità pubblica di qualità in tutti i territori. Avremmo affrontato assai diversamente questa epidemia se negli anni il sistema sanitario non fosse stato depotenziato a favore della sanità privata. Se non avessimo privatizzato la gestione delle RSA, facendo diventare la terza età un business e gli anziani le nuove galline dalle uova d’oro. Crediamo quindi che si debba imparare da questi errori compiuti da chi ha governato la Toscana negli ultimi anni, e lasciarci alle spalle il vecchio mondo usando anche la spesa in deficit per finanziare la sanità territoriale, facendola tornare completamente pubblica. 

Sempre sui trasporti sia ferroviari che stradali (abbiamo strade rischiose e vecchie e troppo trafficate come FI-Pi-LI)come intende muoversi?

Come ho detto in una delle domande precedenti, crediamo che la manutenzione e la messa in sicurezza delle nostre strade sia una priorità assoluta, assolutamente da anteporre alla realizzazione di nuove, grandi opere. Faccio un esempio: abbiamo sempre sostenuto che andasse messa in sicurezza l’Aurelia fino al Lazio con l’adeguamento del tracciato attuale piuttosto che procedere con l’impattante e costosissima megavariante di Albinia. Finalmente quasi tutti si sono convinti che la proposta che abbiamo presentato in Consiglio regionale in questi anni è l’unica razionale.

Società e famiglia quali sono le emergenze a suo avviso?

La dimensione sociale per noi è una priorità assoluta. Come dicevo occorre rafforzare la sanità pubblica ma anche prevedere un piano speciale di case popolari per dare un tetto a chiunque ne ha bisogno. Quanto alla dimensione economico-produttiva, occorre orientare gli investimenti pubblici per la creazione di lavoro stabile, la ricostruzione di settori produttivi strategici, assieme alla transizione verso un’agricoltura priva di pesticidi.

Pensa che i cittadini toscani andranno a votare in % maggiore rispetto ad altre tornate elettorali?

Temo proprio di no. Purtroppo la pandemia e la scelta di votare il 20 settembre penalizzerà ulteriormente il voto in termini di affluenza e quello dell’astensionismo è un tema molto serio sul quale però non mi sembra che le principali forze politiche regionali si preoccupino granché.

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ultimo aggiornamento: 07-09-2020


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