I casi di coronavirus nel mondo si avvicinano oggi a quota 340mila, mentre il numero dei decessi ha giù superato la soglia delle 14.700 unità. I guariti sfiorano quota 99.000. E quanto emerge dall’ultimo bollettino diffuso dalla Johns Hopkins University. Per l’esattezza, i contagiati sono 339.259, il numero dei decessi ha raggiunto quota 14.706, mentre le persone guarite sono 98.83.
In Corea del Sud sono scesi a 64 i nuovi casi di coronavirus registrati domenica, contro i 98 di sabato, portando il totale a 8.961: è il dato più basso da metà febbraio, ha riferito il Korea Centers for Disease Control and Prevention. Il Paese ha rafforzato le regole interne di condotta anticontagio (tra cui la distanza interpersonale) e sulla quarantena per gli arrivi dall’Europa. I decessi sono aumentati a 111. I casi confermati a Daegu e nel Gyeongsang del Nord, i due epicentri sudcoreani dell’infezione, sono saliti rispettivamente a 6.411 e a 1.256.
La Cina registra zero nuovi casi interni di coronavirus, ma altri 39 contagi importati. Nei suoi aggiornamenti, la Commissione sanitaria nazionale (Nhc) rileva nove decessi domenica, tutti a Wuhan, focolaio dell’epidemia diventata pandemia. A due mesi dalla quarantena di 60 milioni di persone, la provincia dell’Hubei e il suo capoluogo non hanno segnalato nuove infezioni in cinque giorni di fila. La Cina ha visto le infezioni salire a 81.093, di cui 5.120 ancora sotto trattamento; 3.270 i decessi e 72.703 i dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione salito all’89,6%.
Le restrizioni nell’Hubei sono state via via allentate dopo la visita fatta il 10 marzo a Wuhan dal presidente Xi Jinping, la prima dallo scoppio della crisi. Il problema primario della Cina è diventato ora quello del blocco dell’ondata di ritorno, dei casi di Covid-19 importati dall’estero, saliti a 353. Dei 39 di domenica, 10 fanno capo a Pechino, 10 a Shanghai, sei nella provincia del Fujian e in quella del Guangdong, due nello Shandong e nel Gansu, mentre uno nello Zhejiang, nell’Henan e nella municipalità speciale di Chongqing. Diverse città hanno varato regole stringenti per arginare il fenomeno dei contagi di ritorno, tra cui quelle che vedono da oggi tutti i voli internazionali diretti a Pechino avere uno scalo in uno dei ’12 punti di ingresso’ designati in altre città per effettuare i controlli medici, prima dell’autorizzazione ad atterrare nella capitale e della successiva quarantena di 14 giorni. Tra gli aeroporti indicati figurano quelli di Tianjin, Shijiazhuang, Taiyuan e Shanghai. Compagnie aeree come Emirates hanno deciso di cancellare temporaneamente i voli su Pechino.
Negli Stati Uniti Donald Trump ha approvato la richiesta di dichiarazione di calamità in California a causa del coronavirus. Lo rende noto la Casa Bianca. Trump aveva già preso la stessa decisione per gli stati di New York e di Washington. In una conferenza stampa alla Casa Bianca sul coronavirus il presidente non si è sbilanciato in previsioni sulla ripresa dell’economia dalla crisi coronavirus: “Non sono in grado di dirvelo”, ha ammesso, augurandosi però che avvenga presto. Trump ha poi riferito di aver parlato con il presidente cinese del coronavirus. “Sono un po’ arrabbiato con la Cina”, ha detto, pur confermando il suo rispetto per Xi Jinping. Trump ha fatto sapere anche di aver detto alla Corea del nord, all’Iran e ad altri Paesi che gli Usa sono pronti ad aiutarli contro il coronavirus. Ieri la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, aveva già rifiutato l’offerta di aiuto da parte degli Usa, affermando di non fidarsi degli Stati Uniti. Negli Usa i casi positivi di coronavirus hanno superato quota 32 mila, con almeno 400 morti. Otto gli Stati che hanno ordinato lo ‘stay home’, per un totale di 100 milioni di abitanti, quasi un americano su tre.
In Argentina le autorità sanitarie hanno reso noto che nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 41 nuovi casi di contagio da coronavirus, con un totale generale di pazienti che è salito a 266, fra cui quattro morti. Lo riferisce l’agenzia di stampa Telam. Dei nuovi casi praticamente la metà riguardano Buenos Aires e la sua provincia, mentre gli altri le province di Cordoba (8), Chaco (7), Tucumán (5) e Misiones (1).
In Russia il primo ministro Mikhail Mishustin ha invitato gli anziani a rimanere a casa e a prendersi cura della loro salute per evitare di contrarre il coronavirus. “Mi rivolgo ora alle persone della generazione più anziana. Vi prego, prendete sul serio queste informazioni. Per non contrarre la malattia, è necessario rimanere a casa e non uscire se non è assolutamente necessario, non visitare luoghi affollati e astenersi temporaneamente da passeggiate e raduni”, ha detto Mishustin durante un incontro con i vice primi ministri. Lo riporta Interfax.
FONTE ANSA