I punti vendita specializzati che commerciano alimenti e beni per gli animali d’affezione non sono compresi tra quelli di prima necessità, che nei comuni della zona rossa originaria, sulla base del decreto del Presidente del Consiglio del 1° marzo, possono rimanere aperti. A dir poco è un errore, perché anche agli animali da compagnia, compresi quelli con particolari problemi di salute, devono essere garantiti il diritto ad un’adeguata alimentazione e il rispetto delle più elementari esigenze. L’offerta dei supermercati, peraltro sotto pressione per la domanda straordinaria, appare insufficiente a fronteggiare le necessità e perciò dev’essere affiancata da quella dei negozi specializzati. Mi auguro che, nella giungla fin troppo rigogliosa delle disposizioni vecchie e nuove, trovi spazio il buon senso e si considerino “di prima necessità” anche i rifornimenti per gli animali che convivono con le famiglie, già provate dall’isolamento e dal blocco di quasi tutte le attività economiche. In momenti così difficili, l’affetto di un amico a quattro zampe può essere di grande conforto”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, ex ministro e presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.


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