Confiscati 4 milioni di euro a imprenditori cinesi operanti a Prato, nel settore tessile, per non aver pagato le tasse.

Lo rende noto il Procuratore Capo dottor Luca Tescaroli. 

Nell’indagine sono emersi  contrabbando, reati societari e tributari, fra i quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

“Tali delitti prossimi alla prescrizione  – spiega il numero uno della Procura pratese  – avrebbero a breve determinato la restituzione agli imprenditori, una volta maturata la prescrizione ed emessa la sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato. Tale somma è stata, invece, pignorata presso terzi dall’Agenzia delle Entrate e Riscossione di Prato e, poi, fatta affluire nelle casse dello Stato, nel quadro di un’iniziativa promossa dalla Procura e dal Comando Provinciale della Guardia Di Finanza di
Prato, nell’ambito del canale di interlocuzione previsto dal protocollo d’intesa trilaterale siglato il 5 dicembre 2024. Si è così concretizzato il modello operativo integrato previsto in detto protocollo per impedire la restituzione agli indagati delle somme sequestrate di provenienza illecita e assicurare così all’erario la riscossione effettiva delle imposte dovute”.

“Il risultato conseguito, va ribadito, di quattro milioni di euro, già depositati sul Fondo Unico di Giustizia – conclude Tescaroli –  rappresenta non solo un importante ritorno per gli interessi finanziari dello Stato, ma anche un esempio concreto di tutela avanzata del credito erariale e costituisce un segnale all’imprenditoria cinese che opera nella legalità: il crimine non paga”


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