Quasi 200 ispezioni, 3 tonnellate e mezzo di prodotti ittici e 5 attrezzi da pesca sottoposti a sequestro, 24 operatori multati per un totale di 54.000 euro di sanzioni e un operatore denunciato oltre alla chiusura temporanea di due ristoranti e una pescheria. Questi i numeri a consuntivo dei controlli. In mare le motovedette della Guardia Costiera di Piombino e Porto Ercole (Livorno) hanno intercettato, nelle acque prospicienti le coste dell’Argentario, due pescherecci della marineria di Porto Santo Stefano che effettuavano attività di pesca a strascico con attrezzi non conformi alla normativa nazionale vigente.
Le dimensioni delle maglie delle reti sono risultate, infatti, decisamente inferiori alla misura prevista. Ad ognuno dei Comandanti dei pescherecci sono state comminate sanzioni amministrative pari a 2000 euro, mentre gli attrezzi da pesca non conformi sono stati sottoposti a sequestro amministrativo.
I mezzi navali di Livorno e Castiglione della Pescaia hanno, invece, sequestrato due reti da posta professionali prive della marcatura di identificazione che serve ad individuare l’appartenenza al relativo peschereccio e alcune centinaia di metri di palamiti utilizzati per la pesca sportiva risultati avere un numero di ami superiore a quello previsto dalla recente normativa nazionale che ne ha ridotto a massimo 50 l’uso e la detenzione a bordo delle unità da diporto.
Nell’entroterra toscano, invece, i militari della Capitaneria di porto di Livorno durante un’attività ispettiva hanno riscontrato diverse tipologie di illecito tra cui la mancata esibizione della documentazione di tracciabilità e la violazione dei requisiti generali igienico-sanitari che hanno condotto alla chiusura temporanea di una pescheria gestita da operatori etnici a causa delle gravi carenze igienico sanitarie riscontrate. Proprio nelle celle della pescheria sono state rinvenute 3 tonnellate di prodotti ittici inseriti nel circuito
commerciale nazionale senza la prevista documentazione attestante la provenienza del pescato in conformità alle leggi internazionali. Al titolare della pescheria sono state comminate sanzioni amministrative per un totale di 3.500 euro. Analoghe circostanze si sono verificate presso un ristorante etnico di Follonica e un agriturismo di Castiglione della Pescaia. A Livorno, invece, un ristoratore è stato deferito all’autorità giudiziaria per frode commerciale in quanto aveva pubblicato sul menù pietanze composte da pesce fresco locale che in realtà è risultato essere congelato e proveniente da zone di mare addirittura extra Mediterraneo.