I carabinieri di Livorno, la notte dello scorso 5 giugno, sono intervenuti presso il Pronto Soccorso, attivati dai sanitari, ove era stato segnalato in ingresso un 28enne di origini nordafricane con una profonda ferita al petto. Sempre in ospedale, i militari, oltre al ferito, hanno identificato la sua convivente, una giovane donna poco più che ventenne di origine africana, che, manifestando un forte stato di agitazione, avrebbe fornito una dinamica alla base della ferita del compagno non molto chiara, riconducendola ad una asserita aggressione da lui subita in piazza della Repubblica poco prima ad opera di sconosciuti aggressori

Sono stati immediatamente avviati approfondimenti investigativi dei Carabinieri di Livorno che hanno abbracciato ogni aspetto non chiaro della vicenda. Nel giro di poco tempo infatti gli stessi hanno acquisito ogni tipo di elemento utile per la ricostruzione della vicenda; soprattutto confrontando gli elementi emersi dai contributi testimoniali con quelli di tipo tecnico, hanno potuto chiare gli aspetti delle dichiarazioni della donna che già dall’inizio non erano perfettamente aderenti con una verosimile ricostruzione cronologica degli eventi. Nello svolgimento di detta attività si è rivelato fondamentale, come spesso nelle indagini, il sopralluogo sulla scena del crimine eseguito con cura la stessa notte dei fatti e che aveva peraltro consentito di recuperare repertare e sequestrare, sul marciapiede, un coltello da cucina insanguinato, verosimilmente usato per ferire il giovane. Per il completare il resto della ricostruzione ove presenti si sono rivelate utili anche le registrazioni del circuito cittadino di videosorveglianza in prossimità dell’area di interesse. Dopo avere messo a sistema tutti gli elementi raccolti il quadro completo sulla vicenda ha disvelato che nella tarda sera del 5 giugno non ci sarebbero stati ignoti aggressori, bensì si sarebbe trattato di una animata lite fra i due fidanzati nel corso della quale la donna avrebbe utilizzato e colpito il compagno proprio con un oggetto riconosciuto poi essere un coltello che la stessa avrebbe poi gettato in terra prima di scappare.


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