Su ordine della Procura della Repubblica di Livorno, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Piombino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale, nei confronti di un 25enne di origini ucraine. Si tratta dello stesso giovane che, pochi giorni fa, era stato sorpreso dagli stessi carabinieri all’interno della palazzina amministrativa dell’USL di Piombino e che per quel fatto era stato già arrestato, con l’accusa di tentato furto, in attesa di giudizio.

Le indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Piombino hanno permesso di attribuire a quella stessa persona anche la paternità di un tentato furto e un furto consumato perpetrati a Piombino il 7 e il 16 gennaio uu.ss..

Nel primo caso l’indagato avrebbe tentato di fare ingresso all’interno di un garage previa effrazione della maniglia, per poi desistere e allontanarsi, verosimilmente accortosi della presenza di telecamere private. Nell’altro caso, invece, il ragazzo avrebbe derubato di svariati oggetti (un assistente vocale, un orologio da polso, due cellulari, un coltello ed altri oggetti) lo studio di un professionista, in cui si sarebbe introdotto rompendo il vetro della porta.

L’attività investigativa ha consentito di raccogliere gravi e concordanti elementi di responsabilità a carico del presunto autore per il quale, secondo le valutazioni che hanno portato l’Autorità Giudiziaria titolare del fascicolo a richiedere l’emissione di un provvedimento restrittivo e il GIP a concederlo in quanto ritenuto che “la misura della custodia cautelare appare unico rimedio in grado di impedire la commissione di nuovi reati”. Misure meno afflittive irrogategli in precedenza per reati analoghi, trattandosi di soggetto conosciuto e già attenzionato, hanno dimostrato infatti, di non avere su di lui

alcun effetto deterrente, mentre è apparso come evidenziato dal GIP, il “serio problema da affrontare in modo risoluto la tutela della collettività”.

Trattandosi di indagini preliminari, la penale responsabilità dell’arrestato dovrà essere accertata in sede di giudizio.


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