Debitore verso l’erario da più di vent’anni per oltre 700 mila euro, un agente immobiliare, ha fraudolentemente trasferito a figli e nuora oltre 240 mila euro sottratti al pagamento di cartelle esattoriali, al fine di riacquistare i propri immobili messi all’asta dal Tribunale di Livorno, ricorrendo ad uno dei figli quale prestanome nella procedura di gara.

E’ quanto è emerso nell’ambito dei controlli della guardia di Finanza di Cecina e Livorno, che hanno individuato anomali trasferimenti di denaro tra i componenti della famiglia del citato agente immobiliare, risultato essere destinatario sin dagli inizi degli anni 2000 di diversi avvisi di pagamento, debitamente notificati, ma mai onorati da oltre vent’anni. Dall’analisi della documentazione bancaria acquisita, i trasferimenti di denaro operati dall’imprenditore nei confronti dei suoi parenti sarebbero risultati finalizzati non solo a sottrarsi al pagamento delle imposte maturate nel corso degli anni, ma anche a recuperare illecitamente i propri immobili esecutati dal Tribunale di Livorno.

L’agente in parola, infatti, sarebbe riuscito a riacquistare i citati immobili facendo partecipare all’asta, quale prestanome, uno dei suoi figli, risultato essere a tale scopo il destinatario finale unico delle somme di denaro originariamente movimentate dal padre e passate tra i conti correnti dei familiari per eludere la procedura di riscossione esattoriale a suo carico e rendere difficoltosa la possibilità di ricondurle all’operazione di acquisto del figlio. Pertanto, l’imprenditore in parola è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e turbativa d’asta, in concorso con i familiari coinvolti. Le investigazioni condotte dalle fiamme gialle sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, a tutela della pretesa erariale e del regolare funzionamento delle procedure di gara, hanno consentito di sottoporre a sequestro l’immobile illecitamente riacquistato. Inoltre, nell’ottica della trasversalità dell’azione della Guardia di Finanza, nei confronti del citato imprenditore è stato eseguito anche un controllo fiscale che ha consentito di recuperare a imposizione elementi positivi di reddito ed Iva per oltre 100 mila euro.


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