271 mila toscani vivono in aree ad alto rischio alluvione e di questi 93 mila, circa 25 mila famiglie, sono residenti nella provincia di Firenze. A ricordare che c’è ancora molto da fare è Coldiretti Toscana sulla base dei dati dell’Ispra in occasione del 56 esimo anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966 a causa dell’esondazione dell’Arno che ricorre il 4 novembre rilanciando la necessità di proseguire negli investimenti per le opere di manutenzione e lotta al dissesto idrogeologico su tutto il territorio regionale e ribandendo l’importanza di approvare una legge contro il consumo di suolo.

“I cambiamenti climatici ci pongono di fronte alla sfida più grande di tutte e dobbiamo agire subito per difendere il nostro futuro. Non possiamo continuare a rincorrere le emergenze ma pianificare e programmare per adattarci al nuovo scenario. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Gli oltre 600 milioni di opere ed interventi eseguiti, in corso e da eseguire nei prossimi anni annunciati dal presidente Giani per mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista idrogeologico contro il rischio alluvioni sono un tassello fondamentale di questa sfida che deve ora andare di pari passo con investimenti massicci su azioni di mitigazione e gestione degli effetti dei cambiamenti climatici. Stiamo assistendo a fenomeni difficili anche da prevedere, violenti, che si contraddistinguono per precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi e mettono in pericolo la popolazione. Le stagioni sono in tilt. L’autunno presente è il più caldo degli ultimi 70 anni. Molte aree della nostra regione sono a rischio desertificazione e questo significa conseguenze sulle produzioni agricole, sul Pil e quindi disuguaglianza sociale. Il climate change mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare in un momento della nostra storia in cui dobbiamo riportare al centro l’agricoltura”.

Coldiretti sta lavorando, insieme alla Regione Toscana, al piano invasi partecipando attivamente al tavolo tecnico voluto dal Presidente Eugenio Giani. “Il piano invasi è una prima risposta ai lunghi periodi di siccità che dovremo purtroppo affrontare con sempre più frequenza. Se riusciamo a raccogliere le acque piovane e rilasciarle nel momento del bisogno mettiamo in condizioni le imprese di avere una prospettiva e di mantenere viva l’agricoltura e le comunità in salute. – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Toscana, Filippi – La siccità di questa estate è costata all’agricoltura 260 milioni di euro di danni tra mancate produzioni, minori rese o danneggiate”. 

L’altro grande tema è quello del consumo del suolo. In Toscana dal 2006 al 2022 gli ettari di terra naturale urbanizzati, occupati da case, capannoni ed altre strutture sono stati 4.210 ad una velocità di 263 ettari all’anno. “Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, il nostro Paese deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché l’Italia diventi autosufficiente nella produzione di cibo. Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.


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