A Badia Pozzeveri, nel comune di Altopascio in provincia di Lucca, è di nuovo tempo di scavi archeologici. Si tratta di uno dei siti archeologici dedicati alle sepolture più interessanti e importanti d’italia: situato proprio ai piedi dell’antica abbazia camaldolese della frazione di Altopascio, lo scavo, svolto su concessione ministeriale e organizzato dal comune di Altopascio e dalla divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa sotto la direzione scientifica del dottor Antonio Fornaciari, è tornato a ospitare gli studenti del master in antropologia scheletrica, forense e paleopatologia, promosso dall’Università di Pisa, che coinvolge anche studenti di Milano e Bologna.

Una squadra di 14 persone lavorerà fino al 12 agosto e si concentrerà sull’area cimiteriale dell’Abbazia, databile XII-XIII secolo.

“Negli anni passati – spiega il dottor Antonio Fornaciari – siamo scesi ancora più in profondità e abbiamo trovato le sepolture dell’XI secolo, precedenti quindi all’Abbazia stessa, probabilmente risalenti all’insediamento di età romanica. Quest’anno proseguiamo con le sepolture del dodicesimo e tredicesimo secolo: è molto interessante vedere come cambia la conformazione ossea e scheletrica dei resti ritrovati, come si abbassano le altezze, come cambia l’alimentazione. Questo scavo è un libro aperto su secoli antichi e passati, che raccontano molto delle vicende, dei pellegrini e della popolazione che viveva e si muoveva qui in quei tempi”.

Il sito archeologico ha rivelato negli anni una storia molto complessa: alle tracce di un villaggio altomedievale si succedono nell’XI secolo i resti di un complesso religioso incentrato su una canonica che si trasforma agli inizi del 1100 in una grande abbazia camaldolese. Grazie alla continuità dell’uso cimiteriale dell’area circostante la chiesa di San Pietro, è stato possibile acquisire un campione scheletrico notevolissimo, che senza soluzione di continuità spazia dall’XI al XIX secolo, un caso più unico che raro a livello europeo.


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