Presentata questa mattina, 22 aprile, con una conferenza stampa la mostra “Dio è Madre” di Gianfranco Meggiato, ospitata all’interno degli splendidi locali della chiesa di Santa Maria della Spina. Erano presenti l’artista, l’assessore alla cultura del Comune di Pisa, Pierpaolo Magnani, il curatore della mostra, Riccardo Ferrucci, e Roberto Milani, della Casa d’Arte San Lorenzo, organizzatrice della mostra. Sabato 23 aprile, alle ore 17.00, l’esposizione sarà aperta al pubblico e sarà possibile visitarla fino a martedì 3 maggio.
La mostra, composta di undici opere inedite, pensate e realizzate appositamente per questo appuntamento,è un prezioso approccio per far conoscere il lavoro dello scultore veneto. Questi nuovi lavori di Meggiato sono portavoce di un messaggio di pace. L’obiettivo è quello di andare, simbolicamente, oltre, cercando il superamento delle divisioni, in quanto siamo tutti esseri umani, siamo tutti cellule di uno stesso organismo, siamo tutti un unicum.
«Il titolo della mostra – dichiara l’assessore alla cultura, Pierpaolo Magnani – è ripreso da una frase iconica pronunciata da Giovanni Paolo I, Papa Albino Luciani, nel 1978: “Dio ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre”. Parole di un’attualità sconcertante che ci invitano, in un momento così duro come quello che stiamo attraversando oggi, a una profonda riflessione e a riscoprire la nostra dimensione spirituale. Nelle opere di Gianfranco Meriggio c’è però anche una dimensione scientifica, dato che i suoi lavori partono dallo studio della fisica quantistica. Il luogo scelto per questa mostra, la chiesa di Santa Maria della Spina, diventa così ancora più suggestivo: le opere di Meggiato ben si fondono con questa ambientazione; le sue sculture uniscono religiosità mistica e scienza così, dall’unione dei contrasti e dei contrari, vogliono spronare le persone a legarsi, a collaborare, perché solo la solidarietà ci rende più liberi, forti e capaci di progredire».
“Dio è Madre”, rimanda subito alla religiosa trascendenza insita nelle sculture di Gianfranco Meggiato. Secondo la fisica dei quanti la “madre” di tutto l’universo, sarebbe costituita da micro particelle subatomiche vibranti chiamate stringhe. È da qui che nasce l’idea della scultura “Dio è Madre”, opera che dà il titolo alla mostra. Quest’ultima è a forma di uovo, da sempre simbolo di nascita, di vita; un uovo che viene costruito attraverso l’unione di tanti anelli oscillanti e multiformi. All’interno dell’opera si trovano tre sfere che compongono l’essenza dell’essere umano: la sua parte razionale, istintiva e animica.
La mostra è organizzata da Casa d’Arte San Lorenzo, in collaborazione con il C.R.A. (Centro Raccolta Arte) e il supporto di FuoriLuogo, con il patrocinio di Comune di Pisa e Regione Toscana. L’esposizione, ad ingresso gratuito, sarà aperta tutti i giorni, dalle 15.00 alle 19.00, fino a martedì 3 maggio. Per info: Casa d’Arte San Lorenzo 057143595, galleria@arte-sanlorenzo.it.
Gianfranco Meggiato è nato il 26 agosto 1963 a Venezia, dove ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte, studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. Il lavoro di Meggiato guarda ai grandi maestri del Novecento: Brancusi per la sua ricerca sull’essenzialità, Moore per il rapporto interno-esterno con la maternità e Calder per il modo in cui le sue opere si aprono allo spazio. Lo spazio, infatti, entra nelle opere di Meggiato e il vuoto diventa importante quanto il pieno. L’essenziale, infatti, è invisibile agli occhi: non puoi toccare ideali, sentimenti o sogni, puoi solo viverli. Meggiato modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfico e al labirinto che simboleggiano il tortuoso percorso dell’uomo verso la consapevolezza di sé e la scoperta di una preziosa sfera interiore. Di conseguenza ha inventato il concetto di “intro-scultura” in cui lo sguardo dell’osservatore è attratto dall’anima dell’opera e non solo dalle sue superfici esterne. Un artista di fama internazionale che può vantare importanti fiere e mostre in Italia e nel mondo, la partecipazione a più edizioni della biennale di Venezia, nonché la messa in opera di grandi installazioni che trattano temi a carattere scientifico e sociale. Ultime in ordine di tempo la grande mostra personale alla Valle dei Templi di Agrigento, imperniata sulla fisica dei quanti, e l’installazione a Prato per il museo Pecci dedicata alle vittime innocenti della mafia.