“Il risultato ottenuto dalle imprese ricettive toscane nel Bando Turismo è straordinario: la Regione Toscana è prima in Italia per numero di domande inoltrate, a testimonianza della grande capacità progettuale delle aziende del settore, ma anche dell’efficienza del sistema associativo in quanto ad assistenza e informazione capillare”.  

Lo dicono in una nota congiunta il presidente di Federalberghi Toscana (Confcommercio) Daniele Barbetti e il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, che proseguono commentando la notizia della chiusura anticipata del Bando del Ministero del Turismo. “Purtroppo, molte domande rimarranno insoddisfatte: sono bastati solo tre giorni per esaurire le esigue risorse messe a disposizione per sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive”. 

“Se vogliamo salvare il modello dell’ospitalità indipendente che ci caratterizza, occorre garantire più fondi pubblici a sostegno degli investimenti delle strutture ricettive più tradizionali, non di catena, che senza innovarsi rischiano di perdere competitività”, spiega il presidente di Federalberghi Toscana (Confcommercio) Daniele Barbetti, “anche la Regione Toscana deve tenerne conto nella definizione delle misure contenute nel piano regionale di sviluppo e in quella dei fondi strutturali europei. Negli scenari turistici post Covid nessuno può vivere di rendita, neppure un territorio bello e interessante come la Toscana, quindi dobbiamo mantenere il sistema dell’accoglienza all’altezza del nostro retaggio storico”. 

Daniele Barbetti

 

“I nostri albergatori devono misurarsi con le proposte all’avanguardia dell’hôtellerie creata dei grandi gruppi finanziari internazionali, che è sbarcata in tutte le destinazioni più appetibili, come le città d’arte toscane”, aggiunge il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “purtroppo dopo due anni di pandemia, che hanno lasciato voragini nei fatturati, non hanno risorse sufficienti per ristrutturare gli immobili dal punto di vista energetico, sismico o in chiave di accessibilità. Ma soprattutto avrebbero bisogno di cambiare il modello di business e rimettersi in gioco, declinando l’accoglienza secondo le nuove richieste del mercato”. 


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