Sono 36 i distretti del cibo individuati dalla Regione e comunicati al Ministero per le politiche agricole che li ha inseriti nell’apposito Registro nazionale dei distretti del cibo.
Dei 36, 9 sono distretti rurali, 1 è distretto biologico, 21 le strade del vino, dell’olio e dei sapori di Toscana e 5 le Comunità del cibo.

E proprio le Comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, istituite con legge nazionale (la 194/2015), una novità nel panorama italiano, rappresentano la scelta innovativa della Regione, che ha voluto scommettere su questo strumento di aggregazione delle comunità locali.

“L’iscrizione nel registro nazionale dei 36 Distretti del cibo è una grande occasione che ci permette di valorizzare ancora di più queste realtà, baluardi della difesa del paesaggio, della sua memoria, della biodiversità e dei sapori che solo una grande terra come la Toscana sa regalare grazie alle persone che ostinatamente scelgono di viverci e di mantenerla – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – I Distretti del cibo, che sono intersettoriali, rappresentano quindi uno strumento che può portare vantaggi in termini di sinergie e di possibilità di ottenere finanziamenti, ma anche acquisizione di un maggiore appeal in termini turistici. Non in secondo piano, possono contribuire alla conservazione del paesaggio, favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale e l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale. Sono felice anche per l’opportunità che si presenta per le Comunità del cibo su cui abbiamo scelto di investire sostenendone l’istituzione e il funzionamento come interpreti dei principi di prossimità, accessibilità, solidarietà e salubrità e custodi di un territorio sempre più soggetto a fenomeni di spopolamento, dissesto idrogeologico, e disordine climatico”.


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