“Lorenzo Parelli, studente di 18 anni, è morto di stage, è morto di sfruttamento, è morto di scuola e di lavoro. Schiacciato da una trave d’acciaio il 21 gennaio mentre lavorava gratis alla carpenteria metallica Burimec di Lauzacco, in provincia di Udine.

Un nome, il suo, che si aggiunge alla già lunga lista di persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Non possiamo parlare di incidente, di fatalità imprevedibile. Ciò è successo perché gli studenti vengono messi a lavorare nello stesso identico contesto in cui muoiono 4 lavoratori ogni giorno. Negli scorsi anni si sono già verificati incidenti gravi che hanno coinvolto studenti in stage PCTO, ciononostante non è stata presa alcuna misura per la loro tutela né si è messo in alcun modo in discussione il modello dell’alternanza scuola-lavoro nel suo complesso.

La vita di Lorenzo è stata spezzata dalla fame di profitto di aziende senza cultura della sicurezza, dalla scuola e dallo Stato che hanno imposto che le studentesse e gli studenti debbano sperimentare sfruttamento e lavoro gratuito e rischiare la propria vita durante i percorsi formativi. Tutto questo, legittimando un mercato del lavoro in cui le aziende competono al ribasso su sicurezza, salari, lavoro precario e interinale. Viene insegnato che è normale lavorare gratis, senza diritti, sicurezza e la possibilità di organizzarsi nel sindacato.

Da anni è necessario ripensare radicalmente un sistema che sfrutta, ferisce e uccide.

Tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno responsabilità gravissime. Nessuno ha mai messo in discussione questo modello di alternanza scuola-lavoro e di stage: al contrario tutti hanno sostenuto sempre più il ruolo marginale dei saperi e dello sviluppo degli strumenti cognitivi rispetto alle esigenze del mercato e una visione sempre più aziendalistica dei luoghi della formazione.

Oggi sono davanti agli occhi di tutti le conseguenze più tragiche di questo modello politico.

Ricordiamo tutti gli esempi di sfruttamento intensivo assurti a “eroi” nella comunicazione pubblicitaria: Renatino che lavora H24 e non ha mai fatto un giorno di ferie, Mohamed felice di lavorare in Amazon. Sono esempi di propaganda che mostrano la bellezza dello sfruttamento, ma non la perdita dei diritti conquistati nella seconda metà del secolo scorso a suon di lotte. L’ASL (Alternanza scuola lavoro), ora pudicamente ridenominata PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), insieme agli stages gratuiti e al sotto inquadramento degli apprendisti, costituisce la nuova frontiera del mercato del lavoro, in cui lo scambio non è più tra forza lavoro e salario, ma tra lavoro e formazione, reale o presunta che sia. Spesso si tratta di lavoro gratuito tout court, un ossimoro anche da un punto di vista costituzionale. L’art. 36 prevede che il/la lavoratore/trice ha diritto ad una retribuzione, che ” …in ogni caso garantisca a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. La funzione valoriale dell’ASL e degli stage è qui evidente: formare i giovani all’idea di un lavoro senza diritti. E che la scuola pubblica, ma anche la formazione professionale regionale, svolgano una funzione del genere è scandaloso.

Per questo l’Unione degli Studenti esprime totale solidarietà e le sue condoglianze alla famiglia di Lorenzo e ha deciso di non rimanere in silenzio facendo appello a tutti i collettivi e movimenti studenteschi perché scendano in piazza e si uniscano alla mobilitazione.

Per questo i COBAS hanno convocato per il 28 gennaio lo sciopero dell’intera giornata nelle scuole superiori (medie di secondo grado) insieme agli studenti in lotta, con manifestazioni locali unitarie, chiedendo: 1) la sospensione immediata di tutti i percorsi di scuola lavoro nell’anno in corso; 2) l’abolizione del PCTO/ASL nelle scuole e la revisione dei percorsi formativi nei centri di formazione professionale; 3) lo stop allo sfruttamento di lavoro non retribuito sotto forma di stage gratuito; 4) la sostituzione dell’addestramento al lavoro con la riflessione critica e la formazione approfondita sui diritti e sulla sicurezza sul lavoro; 5) la formazione specifica al lavoro a carico delle aziende dopo la fine dei percorsi di studio; 6) l’ammodernamento dei laboratori nelle scuole con la strumentazione necessaria; 7) l’eliminazione delle classi-pollaio e l’aumento degli organici (docenti e ATA).

 

Per questo anche Priorità alla Scuola converge nello sciopero e nella mobilitazione studentesca che si terrà in diverse città italiane. Contro l’alternanza scuola-lavoro e il tentativo di fare passare sotto silenzio l’ennesima morte sul lavoro”


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