Una cinquantina di persone ha preso parte oggi in piazza Marinai d’Italia a Portoferraio (Isola d’Elba, Livorno) ad un sit-in per manifestare contro l’obbligo di green pass per accedere a diversi negozi e attività sociali e contro il divieto di prendere un traghetto per chi è sprovvisto di super green pass, obbligo ancora non scattato per le isole minori, come l’Elba, per deroga del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha rinviato la decisione al 10 febbraio. La manifestazione era organizzata dal comitato Libera Scelta Elba.

“Con l’introduzione del super green pass oggi una parte di noi cittadini è privata della possibilità di avere una vita di sociale, di lavorare, e persino di andare a ritirare la pensione in posta. Chi ancora oggi resiste è un eroe. Eppure veniamo derisi e umiliati dalla stampa”. Così alcuni rappresentanti del comitato Libera Scelta Elba che oggi ha organizzato un sit-in a Portoferraio. “La verità – hanno aggiunto – è che siamo l’ultimo baluardo verso una deriva dispotica presa dal nostro Paese. Siamo gli unici che difendiamo i valori per cui in passato molte persone hanno dato la vita. Ci vogliono togliere libertà – hanno aggiunto – con la scusa dell’emergenza sanitaria, che non c’è più”.

“Abbiamo creato un coordinamento con le altre isole minori, per avere uno scambio di informazioni e per creare comuni azioni di dissenso contro l’obbligo di green pass rafforzato per prendere un traghetto”, ha aggiunto una rappresentante del comitato. “Un governo che vieta le cure ai malati – hanno detto – fa una tortura fisica e psicologica sui malati. Per questo gran parte delle azioni che abbiamo intrapreso, le abbiamo intraprese in accordo con gli altri comitati delle altre isole minori. Abbiamo presentato una diffida agli apparati coinvolti in questa scelta. Abbiamo raccolto oltre 500 adesioni, tra vaccinati e non vaccinati, per questa ennesima follia di discriminazione. Forse – ha aggiunto il rappresentante del comitato, parlando dell’obbligo di super green pass per prendere un traghetto – il Governo si è reso conto di averla fatta troppo grosse questa volta. Così ha concesso una deroga, fino al 10 febbraio, per motivi di istruzione e cure mediche. Ma questo non ha cambiato i nostri piani e quelli delle altre isole. Continueremo a fare azioni di dissenso e azioni legali”.


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