Una parte dell’antico quartiere medievale è affiorata in Piazza dei Cavalieri a Pisa, durante i lavori di restauro che la Scuola Normale di Pisa sta eseguendo dalla scorsa primavera al Palazzo della Canonica per ampliare gli spazi destinati alla Biblioteca. La posa in opera di nuove pavimentazioni in undici ambienti del piano terra del Palazzo è stata preceduta dallo scavo archeologico, affidato agli archeologi dott. Alessandro Corretti, Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli della Scuola Normale Superiore, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza di Pisa.

A partire delle strutture pertinenti all’edificio attuale, costruito a partire dal 1566 su progetto di Giorgio Vasari e realizzato con poderose fondamenta e imponenti archi di scarico, lo scavo ha riportato in luce lo spaccato di un quartiere della Pisa medievale, con i resti delle case torri che Vasari in parte riutilizzò per realizzare il Palazzo della Canonica, destinato alla residenza dei cavalieri-sacerdoti dell’ordine di Santo Stefano. Al di sotto dei piani di calpestio sono state rinvenute anche numerose strutture interrate per la raccolta o lo smaltimento delle acque. Le fondazioni delle case medievali, poste a quote diverse, fanno pensare a un rilievo anticamente più articolato, che il Vasari ha regolarizzato con scavi e colmate. In questo quartiere, specialmente nell’area prossima all’attuale Piazza dei Cavalieri, si lavorava certamente il ferro, come documentano scorie, carboni, tubi per l’aerazione dei forni, resti di piani di forgia, anche minerale ferroso (apparentemente ematite elbana). Lo scavo estende quindi verso questa parte della Piazza quanto già noto per l’area della Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, che nel medioevo era nota come San Sebastiano alla Fabbriche Maggiori. Molta e pregevole la ceramica tardorinascimentale recuperata nelle colmate pertinenti l’edificio vasariano: i vasi riccamente decorati sembrano rispecchiare l’elevato tenore di vita dei frequentatori dell’area, cavalieri e canonici dell’Ordine di S. Stefano. Negli strati più antichi non mancano ceramiche medievali locali (maioliche arcaiche, ceramiche grezze) e importate dall’Africa settentrionale.

All’interno di quel che resta della bottega di un fabbro, è stato recuperato anche un elmo in ferro, pressoché integro, a ‘bacinetto’, diffuso tra XIV e XV secolo: l’analisi complessiva dei dati consentirà di chiarire le ragioni della sua presenza in questo contesto artigianale. Il Laboratorio di Storia, Archeologia, Epigrafia e Tradizione dell’Antico della Scuola Normale, nelle persone da Anna Magnetto Gianfranco Adornato, si è fatto carico del proseguimento dello studio di contesti, strutture e materiali, in accordo con la Soprintendenza.

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ultimo aggiornamento: 20-12-2021


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