In un periodo nel quale il distretto tessile pratese, con le sue criticità dovute alla non infrequente mancata tutela della sicurezza e della dignità dei lavoratori, desta l’attenzione di Governo e Parlamento – come ha dimostrato la recente audizione della Commissione d’inchiesta parlamentare sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, tenutasi recentemente in Prefettura – non si fermano i controlli antisfruttamento dei Carabinieri nei confronti delle aziende manifatturiere in provincia di Prato.
I servizi ispettivi svolti nei confronti di una decina di aziende nella prima settimana di ottobre, nell’ambito della consolidata sinergia tra la Compagnia Carabinieri di Prato ed il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Prato, con il supporto del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Roma, hanno confermato che il contesto “cino-pratese” continua ad essere meritevole di un monitoraggio costante.
I militari hanno infatti proceduto all’arresto di un cinquantatreenne cinese titolare di una ditta manifatturiera, per aver impiegato numerosi connazionali clandestini nell’azienda da lui gestita, nonché alla denuncia in stato di libertà di altri nove imprenditori cinesi, ritenuti responsabili di illeciti che vanno dallo sfruttamento di manodopera clandestina, all’inosservanza delle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, all’installazione di impianti di videosorveglianza non autorizzati.
Nove sono state le sospensioni delle attività imprenditoriali adottate nei confronti di altrettante aziende. Le sanzioni pecuniarie contestate ammontano a circa 165.000 euro.
Ben trentacinque – su un totale di cinquantadue irregolari – sono stati gli operai sprovvisti di permesso di soggiorno – clandestini sul territorio nazionale o destinatari di un’istanza di emersione per lavoratori stranieri per lavoro domestico o agricolo – trovati a lavorare nelle ditte controllate.
E proprio i cosiddetti “emersi” rappresentano la peculiarità attuale del fenomeno dello sfruttamento di manodopera irregolare nel manifatturiero cino-pratese, costituendo un enorme serbatoio di manodopera a basso costo per gli imprenditori che basano la loro attività sull’irregolarità della loro forza lavoro. Per tali soggetti – che da circa un anno provengono da tutta Italia, e che nelle more del procedimento di definizione della loro pratica di emersione sono autorizzati a soggiornare sul territorio dello Stato italiano – Prato rappresenta infatti una terra promessa dove trovare agevolmente occupazione e alloggio per sostentarsi, in attesa di ricevere – eventualmente – il permesso di soggiorno.